Un nuovo protocollo di induzione della ovulazione per le donne con più di 35 anni con scarsa risposta al trattamento standard


Un gruppo di Ricercatori dell’IRCCS S. De Bellis di Castellana Grotte ( Bari ) ha condotto uno studio il cui obiettivo è stato quello di valutare un nuovo protocollo per indurre l’ovulazione in donne con scarsa risposta al trattamento standard.

E’ stato condotto uno studio clinico prospettico con l’arruolamento di 145 donne non fertili, di età compresa tra 27 e 39 anni, candidate per la fecondazione assistita.

Prima di sottoporsi a tecniche di fecondazione assistita, un totale di 85 pazienti ha ricevuto Clomifene, l’ormone follicolo-stimolante ( FSH ) ricombinante ad alto dosaggio e la somministrazione ritardata dell’antagonista dell’ormone rilasciante la gonadotropina ( GnRH ).
Mentre, 60 pazienti sono state sottoposte ad un lungo protocollo standard.

Le pazienti che si sono sottoposte al protocollo in studio hanno ottenuto più basse percentuali di scomparsa del ciclo ( 4.7% versus 34% ) e livelli più alti di estradiolo ( 945.88 pg/ml versus 169.55 pg/ml ), un maggior pick-up degli oociti ( 5.56 versus 3.36 ) e più alta percentuale di gravidanza ( 22.2% versus 15.3% ) e di impianto ( 13.5% versus 7.6% ) rispetto alle donne sottoposte al lungo protocollo.

In queste ultime l’età è risultata negativamente correlata con la risposta ovarica, mentre i risultati dell’outcome ovarico sono risultati paragonabili nelle donne più giovani ( < 35 anni ) e nelle donne più anziane ( > 35 anni ), trattate con il protocollo in studio.

Secondo gli Autori il protocollo di induzione dell’ovulazione proposto può essere applicato con successo alle donne che hanno ottenuto una scarsa risposta al trattamento standard, così come nelle donne in età avanzata, probabilmente perchè la somministrazione ritardata dell’antagonista dell’ormone rilasciante la gonadotropina previene gli effetti avversi sull’attività paracrina ovarica e sulla maturazione dell’oocita. ( Xagena2004 )

D’Amato G et al, Fertil Steril 2004; 81: 1572-1577


Gyne2004 Farma2004


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