Dimensioni del cancro al seno, sovradiagnosi ed efficacia dello screening mammografico
L'obiettivo dello screening mammografico è di individuare i piccoli tumori maligni prima che diventino abbastanza grandi da causare sintomi.
Uno screening efficace deve quindi portare alla rilevazione di un maggior numero di piccoli tumori, seguita da un numero inferiore di grandi tumori nel tempo.
Sono stati utilizzati i dati del programma SEER ( Surveillance, Epidemiology, and End Results ), effettuato nel periodo 1975-2012, per calcolare la distribuzione delle dimensioni del tumore e l'incidenza specifica per le dimensioni del tumore al seno tra le donne di 40 anni di età e oltre.
È stato poi calcolato il tasso di letalità del cancro specifico per le dimensioni in due periodi di tempo: un periodo basale prima dell'attuazione della mammografia di screening diffuso ( dal 1975 al 1979 ) e un periodo che comprendeva gli anni più recenti per i quali erano disponibili 10 anni di dati di follow-up ( dal 2000 al 2002 ).
Dopo l'avvento dello screening mammografico, la percentuale rilevata di tumori al seno che erano piccoli ( tumori invasivi di misura inferiore a 2 cm o carcinomi in situ ) è aumentata dal 36% al 68%; la percentuale rilevata di tumori che erano di grandi dimensioni ( tumori invasivi di misura uguale o superiore a 2 cm ) è diminuita dal 64% al 32%.
Tuttavia, questa tendenza non è stata il risultato di una sostanziale diminuzione dell'incidenza di tumori di grandi dimensioni ( con 30 casi in meno di tumori osservati per 100.000 donne nel periodo dopo l'avvento dello screening rispetto al periodo precedente allo screening ), bensì il risultato di un sostanziale aumento nella rilevazione di tumori di piccole dimensioni ( con 162 nuovi casi di cancro osservati per 100.000 donne ).
Supponendo che il carico di malattia di fondo fosse stabile, solo 30 dei 162 ulteriori piccoli tumori per 100.000 donne che sono state diagnosticate sono stati stimati destinati a progredire per diventare grandi tumori, il che implicava che i restanti 132 casi di tumore ogni 100.000 donne erano sovradiagnosticati ( ad esempio, sono stati rilevati allo screening casi di cancro che non avrebbero mai portato a sintomi clinici ).
Il potenziale dello screening nel ridurre la mortalità per carcinoma alla mammella si riflette nel declino dell'incidenza dei tumori più grandi.
Tuttavia, per quanto riguarda solo questi tumori di grandi dimensioni, il calo del tasso di mortalità specifico per dimensioni suggerisce che un miglioramento del trattamento era responsabile per almeno due terzi della riduzione della mortalità per tumore al seno.
In conclusione, sebbene il tasso di rilevamento di grandi tumori sia calato dopo l'introduzione della mammografia, la distribuzione di dimensioni più favorevoli è principalmente il risultato del rilevamento supplementare di piccoli tumori.
Le donne hanno avuto più probabilità di avere una sovradiagnosi di tumore alla mammella piuttosto che avere una diagnosi precoce di un tumore destinato a diventare grande.
La riduzione della mortalità per cancro al seno dopo l'attuazione dello screening mammografico è prevalentemente il risultato di una migliore terapia sistemica. ( Xagena2016 )
Welch HG et al, N Engl J Med 2016; 375: 1438-1447
Onco2016 Gyne2016 Diagno2016
Indietro
Altri articoli
Radioterapia dell’intero cervello da sola versus preceduta da Bevacizumab, Etoposide e Cisplatino per metastasi cerebrali non-trattate da cancro al seno
L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
Sicurezza delle tecniche di riproduzione assistita nelle giovani donne portatrici di mutazioni BRCA con una gravidanza dopo un cancro al seno
Per le giovani portatori di mutazioni BRCA sopravvissute al carcinoma mammario, le tecniche di riproduzione assistita ( ART ) non...
I tassi di iperglicemia dopo la terapia con Alpelisib per il cancro al seno metastatico sono più alti di quelli osservati negli studi
I dati di uno studio hanno dimostrato che i pazienti con carcinoma mammario metastatico trattati con Alpelisib ( Piqray ),...
Terapia endocrina con o senza Ribociclib dopo progressione dell'inibizione della chinasi 4/6 ciclina-dipendente nel cancro al seno metastatico HR-positivo e HER2-negativo: studio MAINTAIN
L'inibitore della chinasi 4/6 ciclina-dipendente ( CDK4/6 ) con terapia endocrina ( ET ) migliora la sopravvivenza libera da progressione...
Infiammazione e declino clinico dopo chemioterapia adiuvante nelle anziane con cancro al seno: Hurria Older Patients Prospective Study
Le sopravvissute al tumore al seno più anziane sono ad aumentato rischio di declino clinico dopo la chemioterapia adiuvante. Uno...
Chemioterapia adiuvante a bassa intensità per il cancro al seno nelle donne anziane: studio HOPE
Le donne anziane con tumore alla mammella in fase iniziale ( EBC ) ad alto rischio traggono beneficio dalla chemioterapia...
Ibandronato nel setting adiuvante non produce benefici nel cancro al seno ER+
I risultati di uno studio di fase 3 hanno mostrato che l'aggiunta di Ibandronato alla terapia endocrina in ambiente adiuvante...