Vaccinazione antinfluenzale: le indicazioni Ministeriali
Poiché i sintomi sono simili a quelli di altre malattie, l’influenza viene spesso impropriamente confusa con affezioni delle prime vie aeree, di natura sia batterica che virale; ciò porta a minimizzare l’importanza di questa infezione come causa di morbosità e mortalità.
In Italia, l’influenza rappresenta la terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta soltanto da AIDS e da tubercolosi . Inoltre ha importanti ripercussioni negative sull’attività lavorativa.
Il vaccino antinfluenzale da utilizzare per la stagione 2002-2003 sarà un vaccino trivalente contenente i seguenti antigeni:
antigene analogo al ceppo A/Mosca/10/99 (H3N2)
antigene analogo al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99 (H1N1)
antigene analogo al ceppo B/Hong Kong/330/2001
La vaccinazione rimane il mezzo migliore, in termini di costo-efficacia e costo-beneficio, per prevenire l’influenza. Inoltre all’influenza sono associate gravi complicanze , qualora si verifichino superinfezioni batteriche; è anche responsabile di un eccesso di mortalità nei soggetti maggiormente a rischio per l’età avanzata o per la preesistenza di condizioni morbose predisponenti.
I soggetti in cui la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata sono le seguenti:
1) soggetti di età pari o superiore a 65 anni
2) soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio ( inclusa la malattia asmatica ), circolatorio, uropoietico;
b) malattie degli organi emopoietici;
c) diabete ed altre malattie dismetaboliche ;
d) sindromi da malassorbimento intestinale;
e) fibrosi cistica;
f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi;
g) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici.
3) soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo
4) personale di assistenza o contatti familiari di so ggetti ad alto rischio
5) bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiedono prolungata somministrazione di Acido AcetilSalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
Per la vaccinazione antinfluenzale sono disponibili vaccini a base di virus interi inattivati e vaccini sub-virionici con o senza adiuvanti.
I vaccini sub-virionici possono a loro volta presentarsi sotto forma di:
· split-virus vaccini, costituiti da particelle virali frammentate e purificate;
· vaccini contenenti soltanto gli antigeni di superficie emoagglutininina e neuroaminidasi.
Questi ultimi vaccini sono da preferire per l'immunizzazione di bambini e di soggetti che abbiano presentato evidenti fenomeni di reazione in occasione di precedenti vaccinazioni con vaccino antinfluenzale intero.
Poiché i vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, non possono essere responsabili di infezioni influenzali.
La vaccinazione antinfluenzale ha efficacia protettiva solo nei confronti dei ceppi virali, di cui il vaccino è costituito.
Le persone vaccinate , pertanto , particolarmente nella stagione fredda , possono andare incontro ad infezioni respiratorie e sindromi di tipo influenzale causate da agenti batterici o da altri virus virali.
Poiché la maggior parte della popolazione è stata, con tutta probabilità, infettata dai virus influenzali A(H3N2), A(H1N1) e B nel corso degli ultimi anni, è sufficiente per i soggetti di tutte le età , ad eccezione dell’età infantile , vaccinarsi una volta sola.
Per i bambini al di sotto dei 12 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomanda la somministrazione di due dosi ( appropriate per l’età ) di vaccino antinfluenzale a distanza di almeno quattro settimane.
Il periodo ottimale per la vaccinazione antinfluenzale è, per l’Italia , quello autunnale (dalla metà di ottobre fino alla fine di novembre).
La vaccinazione rimane comunque un efficace mezzo protettivo anche se viene effettuata in periodi successivi a quello ottimale.
Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l’inoculazione nel deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 12 anni e nella parte antero-laterale della coscia nei bambini e nei lattanti.
Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini, sia pediatrici che per l’età adulta, utilizzando sedi corporee e siringhe diverse.
Il vaccino antinfluenzale deve essere conservato a temperature comprese tra +2°C e + 8°C, e non deve essere congelato.
Il vaccino antinfluenzale non dovrebbe essere somministrato a persone con ipersensibilità alle proteine dell'uovo o ad altri componenti del vaccino.
La vaccinazione antinfluenzale deve essere rinviata in caso di manifestazioni febbrili in atto.
Persone con alterazioni dell' immunocompetenza per effetto di trattamenti immunosoppressori possono rispondere in maniera non ottimale alla vaccinazione antinfluenzale; pertanto è opportuno, quando possibile, differire la vaccinazione finché non sia trascorso almeno un mese dall'interruzione del trattamento.
Il trattamento con cortisonici per uso locale o per uso sistemico a basso dosaggio non costituisce un motivo per differire la vaccinazione antinfluenzale.
Nei soggetti con malattie autoimmuni il vaccino antinfluenzale va somministrato solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio.
Lo stato di gravidanza non costituisce controindicazione alla somministrazione del vaccino antinfluenzale.
I vaccini antinfluenzali sono a base di virus uccisi o di subunità e non comportano quindi, in nessuna fase della gravidanza, i rischi connessi all’impiego di vaccini a base di virus viventi attenuati.
In assenza di condizioni mediche predisponenti che rendano imperativa la vaccinazione antinfluenzale, questa può essere differita, per maggior sicurezza, all’inizio del terzo trimestre di gravidanza, dopo attenta valutazione del rapporto rischio beneficio da parte del medico.
La vaccinazione antinfluenzale non è controindicata nelle donne che allattano.
Gli effetti collaterali riferiti più frequentemente dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in dolore, eritema, tumefazione nel sito di inoculo.
Altre reazioni indesiderate riferite con frequenza, soprattutto in persone mai vaccinate in precedenza, consistono in malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione, e della durata di 1 o 2 giorni.
Sono state segnalate anche reazioni allergiche del tipo ipersensibilità immediata ( orticaria, angioedema, asma ), soprattutto in persone con ipersensibilità nota alle proteine dell'uovo o ad altri componenti del vaccino. ( Xagena 2002 )
Fonte : Istituto Superiore di Sanità 2002
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