Soliris nel trattamento dell’emoglobinuria parossistica notturna e della sindrome emolitica uremica atipica
Soliris, il cui principio attivo è Eculizumab, trova indicazione nel trattamento di pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna ( EPN ) e da sindrome emolitica uremica atipica ( SEUa ), due malattie genetiche rare e potenzialmente letali che provocano la distruzione dei globuli rossi generando varie complicazioni mediche.
Le conseguenze dell'emoglobinuria parossistica notturna sono anemia, trombosi, pancitopenia e urine scure; le conseguenze della sindrome emolitica uremica atipica sono anemia, trombocitopenia e insufficienza renale.
Poiché il numero di pazienti che presentano tali affezioni mediche è basso, le malattie sono considerate rare e Soliris è stato designato medicinale orfano per l’EPN il 17 ottobre 2003 e per la SEUa il 24 luglio 2009.
Soliris è un concentrato da ricostituire in soluzione per infusione.
Soliris deve essere somministrato da un operatore sanitario, come un medico o un infermiere, sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento di pazienti con disturbi a carico del sangue e/o dei reni.
Nell’ emoglobinuria parossistica notturna il trattamento con Soliris consiste nella somministrazione per infusione di una dose di 600 mg di prodotto per 25-45 minuti una volta alla settimana, seguita da una dose di 900 mg durante la quinta settimana. In seguito la dose deve essere mantenuta a 900 mg e somministrata ogni due settimane circa. Almeno due settimane prima dell’inizio del trattamento con Soliris i pazienti devono essere vaccinati contro la meningite causata dal batterio Neisseria meningitidis e rivaccinati conformemente alle attuali linee guida.
Nella sindrome emolitica uremica atipica i pazienti di età pari o superiore a 18 anni ricevono un’infusione di 900 mg per 25-45 minuti una volta alla settimana per quattro settimane, seguita da 1.200 mg la quinta settimana. In seguito la dose deve essere mantenuta a 1.200 mg e somministrata ogni 2 settimane circa. I pazienti di età inferiore a 18 anni ricevono una dose più bassa sulla base del peso corporeo.
Per i pazienti sottoposti a scambio plasmatico o infusione ( rimozione, trattamento e restituzione di plasma dalla circolazione sanguigna ), sono necessarie dosi aggiuntive di Soliris.
Il principio attivo di Soliris, Eculizumab, è un anticorpo monoclonale, che si lega alla proteina C5 del complemento, una parte del sistema di difesa dell’organismo chiamata complemento.
Nell’emoglobinuria parossistica notturna e nella sindrome emolitica uremica atipica i pazienti presentano un difetto in certe proteine che normalmente impediscono al complemento di attaccare le cellule del sangue. Come conseguenza di questo difetto, il complemento infiamma i globuli bianchi e le piastrine e distrugge i globuli rossi. Bloccando la proteina C5 del complemento, Eculizumab impedisce a quest’ultimo di attaccare le cellule, riducendone la distruzione e alleviando i sintomi della malattia.
Soliris è stato esaminato in uno studio principale condotto su 87 adulti affetti da emoglobinuria parossistica notturna, sottoposti ad almeno quattro trasfusioni per anemia nell’anno precedente. Soliris è stato confrontato con un placebo. I principali indicatori dell’efficacia erano il numero di pazienti nei quali i livelli di emoglobina rimanevano superiori al livello target individuale e il numero di trasfusioni di globuli rossi necessarie nel corso delle prime 26 settimane di trattamento.
Soliris è stato analizzato in tre studi principali su 67 pazienti con sindrome emolitica uremica atipica. Il primo studio è stato condotto su 17 pazienti affetti da sindrome emolitica uremica atipica che non rispondevano o non potevano essere trattati con scambio plasmatico o infusione. I principali indicatori dell’efficacia erano la variazione della conta delle piastrine e il numero dei pazienti che conseguivano una normalizzazione della conta piastrinica e una normalizzazione ematologica ( i loro livelli di piastrine e di lattato deidrogenasi, un enzima che si trova di norma nei globuli rossi, erano entro quelli normali ).
Al secondo studio hanno partecipato 20 pazienti affetti da sindrome emolitica uremica atipica già trattati con scambio plasmatico o infusione. Il principale indicatore dell’efficacia era il numero di pazienti che raggiungevano uno stato libero da eventi di microangiopatia trombotica ( non rivelavano una diminuzione superiore al 25% nella conta delle piastrine dopo avere iniziato l’assunzione di Soliris e non avevano bisogno di scambio plasmatico o di infusione né di dialisi ) e il numero di pazienti che raggiungevano una normalizzazione ematologica con l’assunzione di Soliris.
Il terzo studio ha coinvolto 30 pazienti affetti da sindrome emolitica uremica atipica che avevano già ricevuto almeno una dose di Eculizumab. L’efficacia del trattamento con Soliris è stata valutata avvalendosi di una gamma di misure, compresa quella del cambiamento della conta delle piastrine e altre misure sull’efficacia già usate nei primi due studi.
Soliris è risultato più efficace del placebo nel migliorare i sintomi dell’emoglobinuria parossistica notturna. Nello studio principale sull’emoglobinuria parossistica notturna, il 49% dei pazienti ( 21 su 43 ) trattati con Soliris hanno fatto registrare livelli di emoglobina stabili e, in media, non hanno avuto bisogno di trasfusioni di globuli rossi. In confronto, nessuno dei 44 pazienti che hanno assunto placebo ha fatto registrare livelli stabili di emoglobina e questi hanno avuto bisogno, in media, di 10 trasfusioni.
Nel primo studio relativo alla sindrome emolitica uremica atipica, la conta delle piastrine è aumentata e si è situata entro i limiti normali nell’82% dei pazienti, mentre l’87% dei pazienti ( 13 pazienti su 15 ) che inizialmente presentavano una conta delle piastrine bassa ha raggiunto una conta normale e il 76% una normalizzazione ematologica.
Nel secondo studio sulla sindrome emolitica uremica atipica, l’80% dei pazienti ha raggiunto uno stato libero da eventi di microangiopatia trombotica e il 90% una normalizzazione ematologica.
Nel terzo studio, la conta delle piastrine è aumentata e si è situata entro i limiti normali nell’83% dei pazienti, mentre il 77% ( 10 pazienti su 13 ) che inizialmente presentava una conta delle piastrine bassa ha raggiunto una conta normale.
Gli effetti indesiderati più comuni ( riscontrati in più di un paziente su 10 ) sono stati cefalea e leucopenia (conta dei globuli bianchi bassa).
Soliris non va usato nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) a Eculizumab, alle proteine dei topi o a qualunque altro ingrediente del medicinale. Poiché sussiste un rischio accresciuto di meningite, non deve essere somministrato a persone infette da Neisseria meningitis o che non sono state vaccinate contro tale batterio, oppure in caso di sindrome emolitica uremica atipica in pazienti che non assumono gli antibiotici appropriati entro due settimane dalla vaccinazione.
Il Comitato scientifico ( CHMP ) dell’EMA ( European Medicines Agency ) ha deciso che i benefici di Soliris sono superiori ai suoi rischi nel trattamento dei pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna, ma ha notato che le prove del beneficio di Soliris sono limitate a soggetti già sottoposti in precedenza a trasfusioni di sangue.
Il Comitato ha anche concluso che i benefici di Soliris sono maggiori dei rischi per i pazienti affetti da sindrome emolitica uremica atipica che abbiano risposto o meno a un trattamento standard. ( Xagena2011 )
Fonte: EMA, 2011
Farma2011 MalRar2011
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