Ultomiris nel trattamento dell'emoglobinuria parossistica notturna e della sindrome emolitico-uremica atipica
Ultomiris è un medicinale usato per il trattamento di adulti e bambini dal peso di almeno 10 kg affetti da emoglobinuria parossistica notturna ( EPN ), oppure sindrome emolitico-uremica atipica ( SEUa ), due patologie potenzialmente letali.
Le conseguenze dell’emoglobinuria parossistica notturna sono anemia causata dal degrado dei globuli rossi, trombosi, pancitopenia ( bassa conta delle cellule ematiche ) e urine scure; le conseguenze della sindrome emolitico-uremica atipica sono anemia, trombocitopenia e insufficienza renale.
Nell’emoglobinuria parossistica notturna, Ultomiris è impiegato nei pazienti che presentano sintomi di un’elevata attività di malattia o che sono stati trattati con Eculizumab per almeno gli ultimi
6 mesi e per i quali è stata riscontrata l’efficacia del trattamento.
Nella sindrome emolitico-uremica atipica, Ultomiris è usato nei pazienti che in precedenza non hanno ricevuto inibitori del complemento ( come Eculizumab ) o che hanno ricevuto Eculizumab per almeno 3 mesi e per i quali è stata riscontrata l’efficacia del trattamento.
Ultomiris contiene il principio attivo Ravulizumab.
Ultomiris è somministrato come infusione in vena e la dose raccomandata dipende dal peso
corporeo del paziente.
I pazienti assumono una dose iniziale ( denominata dose di carico ) e successivamente una dose di mantenimento.
Per l’emoglobinuria parossistica notturna, si tratta di una terapia che dura tutta la vita; per la sindrome emolitico-uremica atipica, il medicinale viene somministrato per almeno 6 mesi, ma il medico valuterà la durata del trattamento per ogni singolo paziente.
Nel caso di EPN e SEUa, le proteine conosciute come sistema del complemento, che fa parte del
sistema immunitario, diventano iperattive ( spesso a causa di una mutazione genetica ), causando la
distruzione dei globuli rossi nell’emoglobinuria parossistica notturna e la formazione di coaguli di sangue in piccoli vasi sanguigni in tutto l’organismo ( microangiopatia trombotica ) nella SEUa.
Il principio attivo contenuto in Ultomiris, Ravulizumab, è un inibitore del complemento, ossia un
anticorpo monoclonale concepito per legarsi alla proteina C5, che fa parte del sistema del complemento. Legandosi alla proteina C5, il medicinale ne inibisce l’effetto riducendo pertanto i sintomi delle malattie.
Studi su emoglobinuria parossistica notturna
In due studi condotti su adulti, Ultomiris ha mostrato un’efficacia pari a Eculizumab nel ridurre il degrado degli eritrociti e nell’ovviare alla necessità di trasfusioni nei pazienti con EPN.
Nel primo studio, 246 pazienti affetti da EPN che in precedenza non erano stati trattati con un inibitore del complemento, come Eculizumab, hanno assunto Ultomiris o Eculizumab.
Dopo 6 mesi di trattamento, sono stati osservati benefici simili in entrambi i gruppi e per due terzi o più dei pazienti ( 74% di quelli trattati con Ultomiris e 66% con Eculizumab ) non è stato necessario procedere a trasfusioni di emazie.
Inoltre, circa la metà dei pazienti di entrambi i gruppi aveva raggiunto livelli ematici normali dell’enzima LDH.
Nel secondo studio condotto su 195 pazienti affetti da EPN che non presentavano sintomi dopo almeno 6 mesi di trattamento con Eculizumab, i pazienti hanno proseguito il trattamento con Eculizumab oppure sono passati a Ultomiris.
La variazione dei livelli ematici di LDH dopo 6 mesi di trattamento era simile nei 2 gruppi.
Inoltre, nessuno dei pazienti trattati con Ultomiris ha avuto una riacutizzazione dei sintomi durante questo periodo, rispetto ai 5 pazienti che avevano proseguito il trattamento con Eculizumab.
Un terzo studio in corso ha mostrato benefici analoghi di Ultomiris in 13 pazienti di età compresa tra 9 e 17 anni che non erano stati trattati in precedenza con un inibitore del complemento o erano
stabilizzati da una terapia con Eculizumab.
Dopo 6 mesi di trattamento, 3 dei 5 pazienti non-trattati in precedenza e 4 degli 8 pazienti già trattati in precedenza con Eculizumab presentavano livelli normali di LDH.
In aggiunta, 3 dei 5 pazienti precedentemente non-trattati e tutti gli 8 pazienti precedentemente trattati non hanno necessitato di trasfusioni di sangue durante il trattamento.
Studi sulla sindrome emolitico-uremica atipica
Ultomiris è risultato efficace nel ridurre i sintomi della SEUa in due studi principali. Gli studi hanno esaminato il numero di pazienti che hanno raggiunto una risposta di microangiopatia trombotica ( MAT ) completa, ossia pazienti con livelli piastrinici e di LDH entro un intervallo normale e un miglioramento minimo del 25% della creatinina sierica ( un marcatore della funzionalità renale ), nell’arco di 6 mesi di trattamento.
Nel primo studio, 30 adulti e adolescenti su 56 ( 54% ) affetti da SEUa, che non erano stati
precedentemente trattati con un inibitore del complemento, hanno ottenuto una risposta completa alla microangiopatia trombotica.
Il secondo studio ha coinvolto bambini e adolescenti che non erano stati precedentemente trattati
con un inibitore del complemento o che avevano ricevuto Eculizumab. In questo studio, 14 pazienti su 18 ( 78% ) hanno mostrato una risposta completa alla microangiopatia trombotica.
Non erano disponibili dati sufficienti nei bambini di età inferiore ai 2 anni per dimostrare l’efficacia di Ultomiris nei bambini di peso inferiore a 10 kg.
Gli effetti indesiderati più comuni di Ultomiris ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono: diarrea, nausea, vomito, nasofaringite e cefalea.
L’effetto indesiderato più grave è l’infezione meningococcica, un’infezione batterica provocata da Neisseria meningitidis che può causare meningite e avvelenamento del sangue.
I pazienti trattati con Ultomiris sono più inclini alle infezioni, inclusa la malattia meningococcica grave, pertanto Ultomiris non deve essere usato in pazienti con infezione meningococcica in corso.
Non deve essere utilizzato nei pazienti che non sono stati vaccinati contro questa infezione, a meno che non stiano assumendo antibiotici idonei a ridurne il rischio. I pazienti devono assumere antibiotici per 2 settimane dopo essere stati vaccinati.
L’efficacia di Ultomiris è pari a quella di Eculizumab nel trattare i pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna, nel ridurre la distruzione delle emazie e nell’ovviare alla necessità di trasfusioni.
Anche se erano disponibili dati relativamente a pazienti di peso inferiore a 30 kg, era atteso che i benefici fossero simili in questi pazienti; il dosaggio in quelli di peso almeno pari a 10 kg potrebbe essere basato su quello della sindrome emolitico-uremica atipica e su ulteriori prove ascrivibili ad altri studi.
Per quanto riguarda la sindrome emolitico-uremica atipica, Ultomiris non è stato messo a confronto con Eculizumab, tuttavia l’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha concluso, sulla base dei dati forniti, che i benefici per adulti e bambini di peso almeno pari a 10 kg fossero clinicamente significativi.
L’Agenzia ha inoltre osservato che Ultomiris ha un regime posologico più pratico rispetto a Eculizumab, in quanto prevede un’infusione ogni 8 settimane anziché ogni 2 settimane.
Relativamente alla sicurezza, Ultomiris ha effetti indesiderati simili a quelli di Eculizumab.
Pertanto, l’Agenzia ha deciso che i benefici di Ultomiris sono superiori ai rischi.
Ultomiris sarà disponibile per i pazienti solo quando gli operatori sanitari avranno dichiarato per iscritto che questi sono stati vaccinati o stanno ricevendo un trattamento antibiotico per prevenire la malattia meningococcica. ( Xagena2021 )
Fonte: EMA, 2021
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