Midostaurina promettente nella mastocitosi sistemica aggressiva e nella leucemia mastocitaria
Uno studio multicentrico di fase 2, in aperto, ha mostrato che la Midostaurina, un inibitore multichinasico orale, è efficace nei pazienti con forma avanzata di mastocitosi sistemica.
Inoltre, anche i pazienti con leucemia mastocitaria, che ha un esito altamente fatale, hanno risposto bene a Midostaurina.
La mastocitosi sistemica è una neoplasia mieloproliferativa causata dall'accumulo di mastociti anomali nel midollo osseo, fegato, milza e pelle.
I pazienti con forma avanzata della malattia hanno una prognosi sfavorevole.
La Midostaurina inibisce la mutazione KIT D816V, un driver primario nella patogenesi della mastocitosi sistemica in fase avanzata.
Sono stati valutati i dati di 89 pazienti con mastocitosi sistemica avanzata ( età media, 64 anni; 64% uomini ).
I pazienti hanno ricevuto cicli continui di 4 settimane di Midostaurina due volte al giorno alla dose di 100 mg.
Il trattamento è stato continuato fino a progressione della malattia, decesso, tossicità inaccettabile o ritiro del paziente dallo studio.
Un totale di 57 pazienti presentavano mastocitosi sistemica con una neoplasia ematologica associata. I rimanenti 32 pazienti avevano mastocitosi sistemica aggressiva o leucemia mastocitaria ( n = 16 per ciascuno ).
L'endpoint primario era rappresentato dalla migliore risposta globale.
La coorte ha presentato un tasso di risposta globale del 60%, che era significativamente al di sopra della soglia pre-specificata ( P inferiore a 0.001 ).
La risposta maggiore, definita come risoluzione completa di almeno un tipo di danno d'organo correlato alla mastocitosi, è stata osservata nel 45% dei pazienti.
Il 15% dei pazienti ha raggiunto una risposta parziale.
Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) in tutta la popolazione intent-to-treat ( n=116 ) è stato del 46% ( n=53 ), e la durata mediana del trattamento è stata di 11.4 mesi.
I pazienti con mastocitosi sistemica aggressiva hanno presentato un tasso di risposta obiettiva del 75%.
Il tasso di risposta per i pazienti con mastocitosi sistemica con una neoplasia ematologica associata è stato del 58%, e l'ORR per i pazienti con leucemia mastocitaria è stato del 50%.
La durata mediana della risposta non è stata raggiunta nei pazienti con mastocitosi sistemica aggressiva o leucemia mastocitaria.
I pazienti con mastocitosi sistemica con una neoplasia ematologica associata hanno presentato una durata media della risposta di 12.7 mesi.
Sette degli otto pazienti con leucemia mastocitaria, che hanno risposto al trattamento, hanno presentato una risposta importante; in 4 la risposta era in corso al momento del cut-off dei dati.
La popolazione considerata per la valutazione dell’efficacia primaria ha avuto una sopravvivenza globale di 28.7 mesi, e una sopravvivenza mediana globale di 33.9 mesi secondo intent-to-treat.
La sopravvivenza mediana globale non è stata raggiunta nei pazienti con mastocitosi sistemica aggressiva.
La sopravvivenza mediana globale è stata di 20.7 mesi tra i pazienti con mastocitosi sistemica con una neoplasia ematologica associata, e 9.4 mesi tra i pazienti con leucemia mastocitaria.
I pazienti che hanno raggiunto una risposta hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione significativamente più lunga rispetto a quelli senza risposta ( 44.4 mesi versus 15.4 mesi; p = 0.005 ).
Nel 56% dei pazienti ( n=65 ) è stato necessario modificare il dosaggio.
I più comuni eventi avversi non-ematologici sono stati: nausea ( qualsiasi grado, 79%; grado 3, 6% ), vomito ( qualsiasi grado, 66%; grado 3, 6% ) e diarrea ( qualsiasi grado, 54%; grado 3, 8% ).
Eventi avversi ematologici di nuova insorgenza o peggioramento di quelli preesistenti hanno incluso: neutropenia ( qualsiasi grado, 48%; grado 3, 24% ), anemia ( qualsiasi grado, 63%; grado 3, 41% ) e trombocitopenia ( qualsiasi grado, 52%; grado 3, 29% ).
Tredici pazienti hanno sviluppato leucemia mieloide acuta secondaria.
Le cause più frequenti per l’interruzione del trattamento sono state: progressione della malattia ( 33% ) ed eventi avversi ( 22% ). ( Xagena2016 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2016
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