Raxone nel trattamento della compromissione visiva nei pazienti con neuropatia ottica ereditaria di Leber


Raxone ( Idebenone ) è indicato per il trattamento della compromissione visiva nei pazienti adulti e adolescenti affetti da neuropatia ottica ereditaria di Leber ( LHON ).

Idebenone, un benzochinone a catena corta, è un antiossidante che si ritiene in grado di trasferire gli elettroni direttamente al complesso III della catena di trasporto degli elettroni nei mitocondri, aggirando così il complesso I e ripristinando la generazione dell’energia cellulare ( ATP ) in condizioni sperimentali di deficit del complesso I.

Analogamente, nella LHON Idebenone è in grado di trasferire gli elettroni direttamente al complesso III della catena di trasporto degli elettroni, aggirando così il complesso I, interessato da tutte le tre mutazioni primarie del mtDNA che causano la LHON, e ripristinando la generazione di ATP cellulare.
In base a questa modalità d’azione biochimica, Idebenone può riattivare le cellule gangliari retiniche ( RGS ) vitali ma inattive nei pazienti affetti da LHON.
A seconda del tempo intercorso dall’insorgenza dei sintomi e alla percentuale di cellule gangliari retiniche già colpite, Idebenone può favorire il recupero della vista nei pazienti che manifestano perdita della vista.

La sicurezza e l’efficacia clinica di Idebenone nella LHON sono state valutate in uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato verso placebo ( RHODOS ).
Nello studio RHODOS, sono stati arruolati in totale 85 pazienti affetti da LHON, di età compresa tra 14 e 66 anni, con una qualsiasi delle 3 mutazioni primarie del mtDNA ( G11778A, G3460A o T14484C ) e una durata della malattia non superiore a 5 anni.
I pazienti sono stati trattati con 900 mg/die di Raxone oppure con placebo per un periodo di 24 settimane ( 6 mesi ).
Raxone è stato somministrato in 3 dosi giornaliere da 300 mg ciascuna, con i pasti.

L’endpoint primario migliore recupero dell’acuità visiva è stato definito come il risultato del miglioramento più positivo dell’acuità visiva manifestato dall’occhio, dal basale alla settimana 24, utilizzando le tavole ETDRS.
L’endpoint secondario principale variazione nella migliore acuità visiva è stato misurato come differenza tra la migliore acuità visiva nell’occhio sinistro o destro, a 24 settimane, rispetto al basale.

Un’analisi predefinita nello studio RHODOS ha determinato la proporzione di pazienti con un occhio con acuità visiva al basale maggiore o uguale a 0.5 logMAR nei quali l’acuità visiva si è deteriorata a un valore maggiore o uguale a 1,0 logMAR.
In questo piccolo sottogruppo di pazienti ( n=8 ), 0 pazienti su 6 del gruppo Idebenone hanno avuto un deterioramento maggiore o uguale a 1.0 logMAR, mentre 2 pazienti su 2 del gruppo placebo hanno evidenziato tale deterioramento.
Uno studio di follow-up osservazionale a visita singola delle valutazioni dell’acuità visiva di RHODOS, da 58 pazienti, ottenute in media 131 settimane dopo l’interruzione del trattamento, ha indicato che l’effetto di Raxone può essere mantenuto.

Un’analisi post-hoc dei responder è stata eseguita nello studio RHODOS, valutando la percentuale di pazienti che hanno avuto un recupero dell’acuità visiva clinicamente rilevante rispetto al basale in almeno un occhio, definito come uno dei seguenti: (i) miglioramento dell’acuità visiva da incapace di leggere una singola lettera a in grado di leggere almeno 5 lettere sulla tavola ETDRS; oppure (ii) miglioramento dell’acuità visiva di almeno 10 lettere sulla tavola ETDRS.
La percentuale dei pazienti con recupero dell’acuità visiva clinicamente rilevante dopo 6 mesi, rispetto al basale, sono stati i seguenti: responder nel gruppo Raxone, 16 su 53 ( 30.2 % ); responder nel gruppo placebo 3 su 29 ( 10.3 % ).
Sono stati anche inseriti 62 pazienti con LHON che hanno utilizzato Raxone in un programma di accesso allargato ( Expanded Access Programme, EAP ) e da 94 pazienti non-trattati in un’indagine sulla casistica ( Case Record Survey, CRS ).
Nell’EAP il numero di responder è aumentato con la durata prolungata del trattamento, da 19 pazienti su 62 ( 30.6% ) a 6 mesi a 17 pazienti su 47 ( 36.2% ) a 12 mesi.

Popolazione pediatrica

Nelle sperimentazioni cliniche condotte nell’atassia di Friedreich, 32 pazienti di età compresa tra 8 e 11 anni e 91 pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni sono stati trattati con Idebenone a una dose uguale o superiore a 900 mg/die per un periodo fino a 42 mesi.
Nello studio RHODOS e nell’EAP nella LHON, in totale 3 pazienti di età compresa tra 9 e 11 anni e 27 pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni sono stati trattati con Idebenone a una dose maggiore o uguale a 900 mg/die per un periodo fino a 33 mesi. ( Xagena2016 )

Fonte: EMA, 2016

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