Effetti degli Ace-inibitori e dei beta-bloccanti sulla sopravvivenza dei pazienti anziani con ridotta funzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico


Gli Ace-inibitori hanno dimostrato di ridurre la mortalità dopo infarto miocardico nei pazienti con funzione ventricolare sinistra depressa. Anche i beta-bloccanti possono migliorare la sopravvivenza in questi pazienti.
Lo studio ha confrontato gli effetti di queste due categorie di farmaci nella soppressione dei pazienti anziani con frazione d’eiezione inferiore al 40% dopo infarto miocardico.
Sono stati utilizzati i dati del Cooperative Cardiovascular Project riguardanti i pazienti di 65 anni od oltre ricoverati per infarto miocardico dall’aprile 1994 al luglio 1995, con frazione d’eiezione inferiore o uguale al 40% all’atto del ricovero.
Tra i pazienti dimessi, a 9.108 (44%) di questi sono stati prescritti gli Ace inibitori, a 2.613 (13%) i beta-bloccanti, a 3.309 (16%) entrambi i farmaci e a 5.872 (28%) nessun farmaco.
I pazienti trattati con Ace inibitori o con beta-bloccanti avevano una mortalità ad 1 anno più bassa rispetto a coloro che non erano stati trattati.
L’associazione tra Ace inibitori e beta-bloccanti ha prodotto benefici addizionli.
Il beneficio relativo di ciascun farmaco era maggiore nei pazienti con frazione d’eiezione inferiore al 30%, un livello di creatinina sierica 2.0 mg/dL o più grande.
Questi risultati indicano che i pazienti che possono tollerare sia gli Ace inibitori che i beta-bloccanti, potrebbero avere maggiori benefici assumendo entrambi i farmaci.

Shlipak MG et al, Am J Med 2001; 110: 425-433

Xagena


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