Antiaggreganti piastrinici: Tiklid
Tiklid, il cui principio attivo è la Ticlopidina, trova indicazione nella prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebrovascolari e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico ( arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto miocardico, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile ).
Nei pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l'uso della Ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l'Acido Acetilsalicilico ( ASA, Aspirina ) o nei quali l'ASA è risultato inefficace.
La Ticlopidina è inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extracorporea, nell’emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.
Posologia
La posologia consigliata per la terapia a lungo termine è di 1 o 2 compresse al giorno, da assumersi durante i pasti.
Avvertenze
Si possono osservare eventi avversi, qualche volta gravi, di natura ematologica ed emorragica. Talvolta sono state osservate conseguenze fatali. Tali eventi gravi possono essere associati con: controllo inadeguato, diagnosi tardiva e misure terapeutiche non appropriate per gli eventi avversi, somministrazione concomitante di anticoagulanti o di sostanze antiaggreganti piastriniche come l'Acido Acetilsalicilico e farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ). Comunque nel caso di impianto di stent la Ticlopidina deve venire associata all'Acido Acetilsalicilico ( 100-325 mg/die ) per circa un mese dopo l'impianto. E' indispensabile attenersi scrupolosamente alle indicazioni, precauzioni e controindicazioni della Ticlopidina.
Controllo ematologico: è necessario eseguire un esame emocromocitometrico completo, comprendente conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, all'inizio del trattamento e quindi ogni 2 settimane per i primi 3 mesi di terapia ed entro 15 giorni dalla eventuale interruzione di Ticlopidina, se tale interruzione si verifica entro i primi 3 mesi di terapia. In caso di insorgenza di neutropenia ( neutrofili inferiori a 1.500/mm3 ) o trombocitopenia ( piastrine inferiori a 100.000/mm3 ) è necessario interrompere il trattamento e monitorare i parametri emocromocitometrici, compresi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, fino al ritorno nella norma.
Controllo clinico: controllare accuratamente tutti i pazienti per verificare l'insorgenza di eventuali segni clinici e sintomi collegati alle reazioni avverse al farmaco specialmente durante i primi 3 mesi di terapia. Occorre che il paziente sia istruito su segni e sintomi possibilmente correlati alla neutropenia ( febbre, mal di gola, ulcerazioni del cavo orale ), alla trombocitopenia e/o a disturbi dell'emostasi ( emorragia prolungata o inattesa, ecchimosi, porpora, feci scure ) e all'epatite ( incluso ittero, urine scure, feci di colore chiaro ). Occorre consigliare al paziente di sospendere il medicamento e di consultare immediatamente il medico in caso di comparsa di uno dei precedenti segni o sintomi. La decisione di riprendere il trattamento va presa solo tenendo conto dei reperti clinici e di laboratorio. La diagnosi clinica di porpora trombotica trombocitopenica ( TTP ) è caratterizzata dalla presenza di trombocitopenia, anemia emolitica, sintomi neurologici, disturbi renali e febbre. L'insorgenza puo' essere improvvisa. La maggior parte dei casi è stata riportata nelle prime 8 settimane dall'inizio della terapia. In caso di sospetto di porpora trombotica trombocitopenica, poichè c'e' un elevato rischio di esito fatale, è d’obbligo consultare lo specialista. Per migliorare la prognosi si suggerisce il trattamento con plasmaferesi.
Emostasi: impiegare con cautela la Ticlopidina nel paziente che ha un aumentato rischio emorragico. Non somministrare il farmaco in associazione con Eparina, anticoagulanti orali e farmaci antiaggreganti piastrinici; comunque nei casi eccezionali di trattamenti concomitanti, è necessario effettuare uno stretto controllo clinico e di laboratorio. Prima di un intervento chirurgico di elezione si deve, quando possibile, sospendere il trattamento almeno 10 gioni prima ( tranne nei casi in cui non sia espressamente richiesta un’attività antitrombotica ) in considerazione del rischio emorragico indotto dal farmaco: dopo la sospensione della terapia è consigliabile valutare l'eventuale persistenza dell'effetto sull'emostasi ( tempo di sanguinamento ) prima di procedere all'intervento. In caso di intervento chirurgico d'emergenza si possono impiegare 3 metodiche come tali o in associazione per limitare il rischio emorragico e il prolungamento del tempo di emorragia: somministrazione di 0.5-1 mg/kg di Metilprednisolone ev. ev entualmente ripetuta; Desmopressina alla posologia di 0.2-0.4 mcg/kg; trasfusioni piastriniche. In caso di estrazione dentaria, informare il medico del trattamento in corso. Poichè la Ticlopidina viene ampiamente metabolizzata nel fegato, il farmaco va impiegato con cautela nei pazienti con disturbi della funzione epatica, e in caso di insorgenza di epatite o ittero si deve interrompere il trattamento e condurre i test di funzionalità epatica. ( Xagena2009 )
Fonte: Scheda tecnica di prodotto
Cardio2009 Farma2009
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