Valutazione del rischio/beneficio di un nuovo antiaritmico: Dronedarone
Il Dronedarone è indicato nel controllo del ritmo e della frequenza nei pazienti con fibrillazione atriale per mantenere il ritmo sinusale o ridurre la frequenza ventricolare-
Il Dronedrarone presenta caratteristiche elettrofisiologiche di tutte e 4 le classi secondo la classificazione di Vaughan-Williams. Queste caratteristiche sono in linea con quelle dell’Amiodarone, un altro farmaco antiaritmico, che è ritenuto essere uno dei più efficaci farmaci per la fibrillazione atriale, ma anche uno dei più tossici.
Il Dronedarone possiede una più complessa potenziale interazione con altri farmaci rispetto all’Amiodarone, essendo sia un substrato che un inibitore degli enzimi CYP P450.
Gli studi clinici hanno mostrato che il Dronedarone al dosaggio di 400 mg, 2 volte die, può prolungare in modo significativo il tempo mediano al ripresentarsi della fibrillazione atriale di circa 50 giorni e riduce l’incidenza di fibrillazione atriale dopo 12 mesi di circa il 10%.
Nei pazienti con fibrillazione atriale, il Dronedarone riduce la frequenza ventricolare di 10-12 battiti per minuto ( bpm ) a riposo e fino a 31 durante sforzo massimale.
Se questi risultati possono essere considerati come un surrogato per un beneficio clinico rimane da essere stabilito.
I dati di sicurezza hanno indicato che la tollerabilità del Dronedarone è accettabile; i sintomi gastrointestinali sono dose-dipendenti; la tossicità extracardiaca riscontrata con l’Amiodarone, soprattutto a livello tiroideo o polmonare, non è stata osservata con il Dronedarone.
Tuttavia nel trattamento di lungo periodo con Dronedarone è stato riscontrato un aumento della creatinina sierica. Questo potrebbe essere correlato all’inibizione della secrezione tubulare della creatinina.
A livello cardiaco, il profilo del Dronedarone è simile a quello dell’Amiodarone riguardo agli effetti sull’elettrocardiogramma ( ECG ), tra cui prolungamento dell’intervallo PR e QTc.
Uno studio di sopravvivenza è stato eseguito in pazienti con una recente ospedalizzazione per un grave episodio sintomatico di insufficienza cardiaca congestizia ( classe NYHA III o IV ) e con frazione d’eiezione ventricolare sinistra inferiore o uguale a 35%, con un effetto negativo sulla mortalità.
Sebbene le differenze nel trattamento, in particolare riguardo alla co-somministrazione di Ace inibitori e antagonisti del recettore dell’angiotensina II ( sartani ), può rappresentare una spiegazione, non è da escludere il contributo di altre cause.
L’assenza di dosaggi alternativi a 400 mg BID ( 2 volte al giorno ) riduce il potenziale clinico del Dronedarone.
Nello studio DAFNE nessun significativo effetto è stato osservato con il dosaggio di 600 mg BID, che rimane non spiegabile. Questo può presentarsi in gruppi particolari di pazienti, come le donne anziane, e durante concomitante somministrazione di farmaci. ( Xagena2006 )
Fonte: EMEA, 2006
Cardio2006 Farma2006
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