Esiti a lungo termine negli anziani sopravvissuti ad arresto cardiaco in ospedale


Sono disponibili poche informazioni sugli esiti a lungo termine in persona anziane sopravvissute ad arresto cardiaco in ospedale.

Uno studio ha determinato i tassi di sopravvivenza a lungo termine e nuovo ricovero tra i sopravvissuti ad arresto cardiaco in ospedale ed ha valutato se questi esiti mostrassero differenze in base alle caratteristiche demografiche e allo status neurologico al momento della dimissione.

Sono stati identificati 6.972 adulti di età uguale o superiore a 65 anni dimessi dall’ospedale dopo essere sopravvissuti a un arresto cardiaco in ospedale tra il 2000 e il 2008.

Sono stati esaminati i predittori di sopravvivenza a 1 anno e di nuovo ricovero in ospedale.

Un anno dopo la dimissione dall’ospedale, il 58.5% dei pazienti era vivo, e il 34.4% non era stato nuovamente ricoverato in ospedale.

Il tasso di sopravvivenza a 1 anno aggiustato per il rischio è risultato più basso tra i pazienti più anziani che tra quelli più giovani ( 63.7%, 58.6% e 49.7%, rispettivamente, tra i pazienti di età 65-74 anni, 75-84 anni e uguale o superiore a 85 anni; P inferiore a 0.001 ), tra gli uomini che tra le donne ( 58.6% vs 60.9%, P=0.03 ) e tra i pazienti di razza nera rispetto a quelli di razza bianca ( 52.5% vs 60.4%, P=0.001 ).

Il tasso di sopravvivenza a 1 anno aggiustato per il rischio è stato pari al 72.8% tra i pazienti con disabilità neurologica lieve o nulla alla dimissione, rispetto al 61.1% tra i pazienti con disabilità neurologica moderata, al 42.2% tra quelli con disabilità neurologica grave e al 10.2% tra quelli in coma o in stato vegetativo ( P inferiore a 0.001 per tutti i confronti ).

Inoltre, i tassi di nuovo ricovero a 1 anno sono risultati più alti tra i pazienti neri, tra le donne e tra quelli con disabilità neurologica sostanziale ( P inferiore a 0.05 per tutti i confronti ).

Queste differenze nei tassi di sopravvivenza e nuovo ricovero si sono mantenute a 2 anni.

A 3 anni, il tasso di sopravvivenza tra i sopravvissuti ad arresto cardiaco in ospedale è risultato simile a quello dei pazienti ricoverati per scompenso cardiaco e dimessi ancora in vita ( 43.5% e 44.9%, rispettivamente; risk ratio, RR=0.98; P=0.35 ).

In conclusione, nelle persone anziane sopravvissute ad arresto cardiaco intra-ospedaliero, circa il 60% è risultato vivo a 1 anno, e il tasso di sopravvivenza a 3 anni è risultato simile a quello dei pazienti con scompenso cardiaco.
I tassi di sopravvivenza e nuovo ricovero hanno mostrato differenze in base alle caratteristiche demografiche dei pazienti e allo status neurologico al momento della dimissione. ( Xagena2013 )

Chan PS et al, N Engl J Med 2013; 368: 1019-1026

Cardio2013 Med2013



Indietro

Altri articoli

La rianimazione cardiopolmonare ( CPR ) extracorporea ripristina la perfusione e l'ossigenazione in un paziente che non ha circolazione spontanea....


Le linee guida raccomandano la prevenzione attiva della febbre per 72 ore dopo l'arresto cardiaco. Mancano dati da studi clinici...


Allocare risorse per aumentare la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco richiede che i sopravvissuti abbiano una buona qualità di vita,...


I biomarcatori di danno cerebrale rilasciati in circolo dall'unità neurovascolare lesa sono importanti strumenti prognostici nei pazienti con arresto cardiaco...


I dati sulla sopravvivenza a lungo termine oltre i 12 mesi dopo l'arresto cardiaco extraospedaliero ( OHCA ) per una...


I pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero che rimangono in coma dopo la rianimazione iniziale sono ad alto rischio di morbilità...


Studi precedenti hanno suggerito che la Vasopressina e il Metilprednisolone somministrati durante l'arresto cardiaco in ospedale potrebbero migliorare gli esiti. Si...


I sopravvissuti in coma all'arresto cardiaco extraospedaliero hanno alti tassi di mortalità e gravi lesioni neurologiche. Le linee guida attuali...


L'infarto miocardico è una causa frequente di arresto cardiaco extraospedaliero. Tuttavia, i benefici dell'angiografia coronarica precoce e della rivascolarizzazione nei...


La gestione mirata della temperatura è raccomandata per i pazienti dopo un arresto cardiaco, ma le evidenze a sostegno sono...