Normale mortalità per i pazienti con artrite reumatoide in fase precoce dopo 23 anni di follow-up


La mortalità nei pazienti con artrite reumatoide è più elevata rispetto alla popolazione generale.
È stata studiata la mortalità nella coorte dello studio COBRA dopo 23 anni di follow-up, rispetto a un campione di riferimento della popolazione olandese.

Lo studio COBRA ha randomizzato i pazienti con artrite reumatoide precoce a monoterapia con Sulfasalazina ( SSZ, n=79 ) o una combinazione di Sulfasalazina, Metotrexato a basso dosaggio e Prednisolone inizialmente alto, poi gradualmente ridotto ( COBRA, n=76 ).

È stata confrontata la mortalità nello studio COBRA fino al 2017 con un campione di riferimento della popolazione generale nei Paesi Bassi ( rapporto di mortalità standardizzato, SMR ) e la sua relazione con i fattori prognostici precoci.

La durata del follow-up nei pazienti vivi è stata in media di 23 anni.

In totale, 44 pazienti sono deceduti ( 28%, SMR=0.80; 20 su 75 pazienti COBRA, 27%, SMR 0.75; 24 su 79 pazienti trattati con Sulfasalazina, 30%, SMR 0.85; P=0.61 ).
Nel campione di riferimento della popolazione generale, sono morte 55 persone ( 36% ).

Cinque fattori sono stati significativamente associati a un aumentato rischio di mortalità: progressione del danno a 28 settimane; elevato punteggio alal scala HAQ ( Health Assessment Questionnaire ) e assenza di HLA-DR 2 o 3.
Anche la durata della malattia è risultata significativa, ma ha mostrato un modello non-interpretabile.

Questo studio prospettico di coorte di studi sulla artrite reumatoide in fase precoce è uno dei primi a mostrare una mortalità simile rispetto alla popolazione generale dopo 23 anni di follow-up.
Ha confermato che il trattamento precoce e intensivo della artrite reumatoide ha benefici a lungo termine e suggerisce che il trattamento fino al target è particolarmente importante per i pazienti con prognosi sfavorevole. ( Xagena2019 )

Poppelaars PBM et al, Ann Rheum Dis 2019; 78: 586-589

Reuma2019 Farma2019


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