PET cerebrale con Florbetapir rispetto a esame neuropatologico all’autopsia per l’identificazione di placche neuritiche di beta-amiloide
Studi precedenti hanno mostrato una associazione tra immagini PET ( tomografia a emissione di positroni ) delle placche amiloidi e risultati dell’esame patologico di beta-amiloide ottenuti con l’autopsia.
Tuttavia, questi studi erano di piccole dimensioni e non disegnati per misurare in modo prospettico sensibilità o specificità delle immagini PET dell’amiloide rispetto a riferimenti standard.
Uno studio ha confrontato in modo prospettico sensibilità e specificità delle immagini PET delle placche amiloidi con la neuropatologia all’esame autoptico.
Lo studio è un’estensione dello studio precedente sulla analisi delle immagini rispetto ad autopsia di partecipanti reclutati in 22 Centri negli Stati Uniti che avevano un’aspettativa di vita inferiore a 6 mesi al momento dell’arruolamento.
I partecipanti sono stati sottoposti ad autopsia entro 2 anni dall’esame PET con Florbetapir ( 18F ).
Per una delle analisi primarie, l’interpretazione delle scansioni dell’esame con Florbetapir ( interpretazione di maggioranza di cinque medici di medicina nucleare, che hanno classificato ciascuna scansione come positiva o negativa per amiloide ) è stata confrontata con l’esame patologico dell’amiloide ( valutazione in base agli standard del Consortium to Establish a Registry for Alzheimer's Disease, e classificati come positivi per amiloide in caso di placche moderate o frequenti oppure negativi per amiloide nel caso di assenza di placche o placche sparse ).
La correlazione dei risultati delle analisi per immagini con il carico dell’amiloide è stata valutata come endpoint coprimario.
Analisi di correlazione, sensibilità e specificità sono state inoltre effettuate in un sottogruppo di partecipanti sottoposti ad autopsia entro 1 anno dall’analisi delle immagini come endpoint secondari.
Sono stati inclusi 59 partecipanti ( età 47-103 anni; status cognitivo da normale a demenza avanzata ).
Sensibilità e specificità delle immagini PET con Florbetapir per l’identificazione di placche da moderate a frequenti sono state, rispettivamente, 92% ( 36 su 39 ) e 100% ( 20 su 20 ) in persone sottoposte ad autopsia entro 2 anni dalla PET, e, rispettivamente, 96% ( 27 su 28 ) e 100% ( 18 su 18 ) per quelle con autopsia entro 1 anno.
L’amiloide valutato in modo semiquantitativo con PET con Florbetapir è risultato correlato con il carico dell’amiloide post-mortem nei partecipanti con autopsia entro 2 anni ( Spearman ρ=0.76; p inferiore a 0.0001 ) ed entro 12 mesi tra esame per immagini e autopsia ( 0.79; p inferiore a 0.0001 ).
In conclusione, i risultati di questo studio hanno confermato la validità della metodica con Florbetapir, e hanno indicato che Florbetapir possa essere utilizzato per distinguere individui senza placche amiloidi o con placche rare da quelli con placche da moderate a frequenti.
Servono studi aggiuntivi per comprendere le implicazioni prognostiche di una densità di placche da moderata a frequente. ( Xagena2012 )
Clark CM et al, Lancet Neurol 2012; 11: 669-678
Neuro2012 Diagno2012
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