Fattore di crescita epidermico umano ricombinante per la mucosite orale indotta da chemioterapia intensiva con trapianto di cellule staminali


La mucosite orale è una delle complicanze più comuni e debilitanti nei pazienti sottoposti a chemioterapia intensiva seguita da trapianto di cellule staminali ematopoietiche ( HSCT ).

Uno studio ha valutato l'efficacia e la sicurezza del fattore di crescita epidermico umano ricombinante ( rhEGF ) in spray orale per la mucosite orale indotta dalla chemioterapia intensiva seguita da trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a rhEGF o a placebo.

La gravità della mucosite orale e la qualità della vita auto-riportata ( QOL ) sono state valutate a cadenza quotidiana.

Sono stati analizzati in totale 58 pazienti.

L'incidenza di mucosite orale di grado NCI maggiore o uguale a 2 è stata più alta nel gruppo rhEGF ( 78.6% vs 50%, P=0.0496 ).

La durata della mucosite orale nei pazienti con grado NCI maggiore o uguale a 2 è sembrata essere più breve nel gruppo rhEGF ( 8.5 giorni contro 14.5 giorni, P=0.262 ).

L'analisi della qualità della vita nei pazienti con mucosite orale di grado WHO maggiore o uguale a 3 ha mostrato che rhEGF ha ridotto significativamente le limitazioni nella deglutizione ( P=0.039 ) e nel bere ( P=0.042 ).


La durata del ricovero ( P=0.047 ), la somministrazione di nutrizione parenterale totale ( P=0.012 ) e l'uso di analgesici oppioidi ( P=0.018 ) sono stati significativamente più brevi nel gruppo rhEGF con mucosite orale di grado WHO maggiore o uguale a 3.

Gli eventi avversi sono stati lievi e simili tra i due gruppi.

In conclusione, questa analisi ha mostrato che il fattore di crescita epidermico umano ricombinante non ha ridotto l'incidenza di mucosite orale di grado NCI maggiore o uguale a 2.
Tuttavia, i pazienti con mucosite orale di grado WHO maggiore o uguale a 3 nel gruppo rhEGF hanno mostrato risultati migliori rispetto al gruppo placebo per diversi endpoint secondari. ( Xagena2013 )

Im Kim K et al, Am J Hematol 2013; 88: 2: 107-112

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