Bevacizumab associato alla chemioterapia: maggiore efficacia nel glioblastoma ricorrente


Bevacizumab ( Avastin ) si è dimostrato efficace nel trattamento del glioblastoma recidivante in combinazione con la chemioterapia rispetto a controlli storici, ma non in studi clinici randomizzati.

Un gruppo di Ricercatori dell’UCLA ( University of California – Los Angeles ) ha condotto un’analisi retrospettiva dei pazienti trattati per glioblastoma ricorrente con Bevacizumab rispetto a un gruppo di pazienti di controllo, confrontando la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza generale tra i due gruppi, conducendo inoltre ulteriore analisi su sottogruppi basati su età e performance status.

Utilizzando la tecnica dei microarray a DNA è stata esaminata l’espressione di VEGF ( vascular endothelial growth factor ) sulla base dell’età.
È stato anche valutato l’impatto di Bevacizumab sulla qualità di vita.

Sono stati identificati 44 pazienti trattati con Bevacizumab e 79 pazienti non-trattati con questo farmaco.

È stato osservato un significativo miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione e nella sopravvivenza generale nel gruppo Bevacizumab.

I pazienti più anziani ( età uguale o superiore a 55 anni ) e un peggior performance status ( Karnofsky Performance Status minore o uguale a 80 ) hanno mostrato una sopravvivenza libera da progressione significativamente migliore se trattati con Bevacizumab; inoltre i pazienti anziani trattati con Bevacizumab hanno mostrato miglioramenti significativi della sopravvivenza generale.

L’espressione di VEGF è risultata significativamente più alta nei pazienti più anziani con glioblastoma ( età uguale o superiore a 55 anni ).

I pazienti che hanno ricevuto Bevacizumab hanno fatto meno uso di Desametasone e hanno mantenuto lo stato funzionale più a lungo delle persone del gruppo controllo.

In conclusione, Bevacizumab in combinazione con la chemioterapia può rappresentare un trattamento più efficace per il glioblastoma ricorrente. Sono tuttavia richiesti altri studi randomizzati prospettici per determinare l’effetto sulla sopravvivenza.
Bevacizumab, ha un effetto maggiore nei pazienti più anziani e ciò potrebbe riflettere differenze biologiche nel glioblastoma nelle diverse fasce di età come si è visto per l’espressione di VEGF. ( Xagena2009 )

Nghiemphu PL et al, Neurology 2009; 72: 1217-1222


Neuro2009 Farma2009 Onco2009


Indietro

Altri articoli



La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...



E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...


L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...



Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Pembrolizumab ( Keytruda ) è la terapia standard per i pazienti con tumore uroteliale metastatico ( mUC ) che progredisce...


La chemioterapia di induzione più chemioradioterapia concomitante è raccomandata per il carcinoma nasofaringeo avanzato a livello locoregionale, ma è associata...