Carboplatino, Paclitaxel e Bevacizumab con mantenimento a base di Bevacizumab come prima linea di chemioterapia per i tumori mulleriani in stadio avanzato


Sono necessarie nuove strategie per migliorare gli esiti per le pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato.

Bevacizumab ( Avastin ) è un anticorpo monoclonale ricombinante umanizzato che neutralizza VEGF, ma è associato a perforazioni gastrointestinali in pazienti con malattia ricorrente.

È stato condotto uno studio clinico in aperto, di fase II in pazienti con nuova diagnosi di tumori epiteliali mulleriani di stadio maggiore o uguale a IC.

Le pazienti hanno ricevuto Carboplatino per via intravenosa ( area sotto la curva, AUC=5 ), Paclitaxel ( 175 mg/m(2) per via intravenosa ) e Bevacizumab ( 15 mg/kg per via intravenosa ) per un numero di cicli da 6 a 8 al giorno 1 ogni 21 giorni.

Bevacizumab non è stato utilizzato nel primo ciclo ed è stato portato avanti come singolo agente per 1 anno.

Hanno partecipato allo studio 62 donne, con età mediana 58 anni ( intervallo tra 18 e 77 anni ).

In totale, 51 pazienti ( 82% ) hanno raggiunto una citoriduzione chirurgica ottimale prima del trattamento.

Il 73% delle donne ( n=45 ) aveva carcinoma ovarico, il 16% ( n=10 ) tumore peritoneale, il 6% ( n=4 ) tumore delle tube di Falloppio e il 5% tumori papillari sierosi.

La maggioranza delle pazienti ( 90% ) aveva malattia di stadio III o IV.

Sono stati effettuati ( valore mediano ) 17 cicli di mantenimento di Bevacizumab ( 556 cicli ) ed è stata osservata tossicità lieve.

Il trattamento è risultato associato a 2 embolie polmonari e 2 perforazioni gastrointestinali, che si sono manifestate durante la fase chemioterapica del trattamento ( 364 cicli totali ).

Non sono stati osservati episodi di tossicità di grado 4 durante il trattamento di mantenimento con Bevacizumab.

Le risposte radiografiche sono state documentate in 21 ( 75% ) delle 28 donne con malattia misurabile ( 11 risposte complete e 10 risposte parziali ), con risposte a livello di CA-125 nel 76% delle pazienti ( 11 risposte complete, 21%; e 35 risposte parziali, 55% ).

Il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 36 mesi è stato del 58%.

In conclusione, il regime a base di Carboplatino, Paclitaxel e Bevacizumab con trattamento di mantenimento con Bevacizumab è sicuro e meritevole di ulteriori studi per quanto riguarda il carcinoma ovarico in fase avanzata. ( Xagena2010 )

Penson RT et al, J Clin Oncol 2010; 28: 154-159

Farma2010 Gyne2010 Onco2010


Indietro

Altri articoli



La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...



E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...


L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...



Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Pembrolizumab ( Keytruda ) è la terapia standard per i pazienti con tumore uroteliale metastatico ( mUC ) che progredisce...


La chemioterapia di induzione più chemioradioterapia concomitante è raccomandata per il carcinoma nasofaringeo avanzato a livello locoregionale, ma è associata...