Chemioterapia di combinazione con Oxaliplatino e fluoropirimidina per il trattamento di prima linea del carcinoma colorettale avanzato


Quando la cura della malattia è impossibile, il trattamento oncologico dovrebbe focalizzarsi sia sulla lunghezza sia sulla qualità di vita.
La massimizzazione del tempo privo di effetti tossici potrebbe essere una strategia efficace per raggiungere entrambi questi obiettivi.

Lo studio COIN ha valutato interruzioni pre-pianificate del trattamento nel carcinoma colorettale avanzato per raggiungere tale obiettivo.

COIN era uno studio randomizzato e controllato, condotto in pazienti con tumore del colon-retto in fase avanzata non-precedentemente trattati.

I pazienti hanno ricevuto il trattamento continuo con Oxaliplatino ( Eloxatin ) e fluoropirimidina ( braccio A ), chemioterapia continua più Cetuximab ( Erbitux ) ( braccio B ) o chemioterapia intermittente ( braccio C ).

Nei bracci A e B, il trattamento è stato continuato fino allo sviluppo di malattia progressiva, effetti tossici cumulativi o scelta del paziente di interrompere la terapia.

Nel braccio C, i pazienti senza progressione all’esame a 12 settimane hanno iniziato un intervallo senza chemioterapia fino all’insorgenza di segni di progressione della malattia, momento nel quale è stata iniziata la stessa terapia usata in precedenza.

Sono stati confrontati i bracci A e C, con l’obiettivo primario di stabilire se la sopravvivenza generale nella terapia intermittente fosse non-inferiore a quella osservata con terapia continua, con un margine predefinito di non-inferiorità di 1.162.

Sono state effettuate analisi per intention-to-treat e per-protocollo.

Nello studio, 1630 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale ai gruppi di trattamento ( 815 a terapia continua e 815 a terapia intermittente ).

La sopravvivenza mediana nella popolazione per intention-to-treat ( n=815 in entrambi i gruppi ) è stata di 15.8 mesi nel braccio A e 14.4 mesi nel braccio C ( hazard ratio, HR=1.084 ).

Nella popolazione per-protocollo ( braccio A, n=467; braccio C, n=511 ), la sopravvivenza mediana è stata di 19.6 mesi nel braccio A e 18.0 mesi nel braccio C ( HR=1.087 ).

I limiti superiori di intervallo di confidenza per HR in entrambe le analisi sono risultati maggiori rispetto al limite pre-definito di non-inferiorità.

Le analisi pre-pianificate di sottogruppo hanno mostrato che un’aumentata conta piastrinica basale, definita come 400.000 per microL o superiore ( 271 [ 28% ] su 978 pazienti ), è risultata associata a una scarsa sopravvivenza con la chemioterapia intermittente: l’HR per il confronto del braccio C e del braccio A in pazienti con conta piastrinica normale è stato pari a 0.96 ( p=0.66 ) versus 1.54 ( p=0.0018 ) nei pazienti con conta piastrinica aumentata ( p=0.0027 per l’interazione ).

Nella popolazione per-protocollo, più pazienti nel gruppo trattamento continuo che nel gruppo trattamento intermittente sono andati incontro a effetti ematologici tossici di grado 3 o superiore ( 15% vs 12% ), mentre nausea e vomito sono risultati più comuni con il trattamento intermittente ( 2% vs 8% ).
Neuropatia periferica di grado uguale o superiore a 3 ( 27% vs 5% ) e sindrome mano-piede ( 4% vs 3% ) sono risultati più comuni con il trattamento continuo che con quello intermittente.

In conclusione, benchè questo studio non abbia dimostrato la non-inferiorità della chemioterapia intermittente rispetto a quella continua per il tumore del colon e del retto, avanzato, in termini di sopravvivenza generale, gli intervalli liberi da chemioterapia restano un’opzione di trattamento per alcuni pazienti con carcinoma colorettale avanzato, offrendo un tempo ridotto sotto chemioterapia, riducono gli effetti tossici cumulativi e migliorano al qualità di vita.
Le analisi di sottogruppo suggeriscono che i pazienti con conta piastrinica normale al basale possono trarre beneficio dalla chemioterapia intermittente senza intaccare la sopravvivenza, mentre quelli con conta piastrinica aumentata possono andare incontro a una diminuzione della sopravvivenza e a una minore qualità di vita con la chemioterapa intermittente e non dovrebbero ricevere interruzioni del trattamento. ( Xagena2011 )

Adams RA et al, Lancet Oncol 2011; 12: 642-653


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