Confronto tra diversi regimi di polichemioterapia per il tumore alla mammella in fase iniziale
Differenze moderate nell’efficacia tra le chemioterapie adiuvanti per il carcinoma mammario potrebbero influenzare le scelte di trattamento.
Uno studio ha valutato tali differenze.
È stata effettuata una meta-analisi dei dati di singoli pazienti da studi randomizzati che hanno confrontato: qualunque regime a base di taxano-più-antraciclina versus terapia uguale o superiore senza taxani ( n=44.000 ); un regime a base di antraciclina versus un altro ( n=7.000 ) o versus Ciclofosfamide, Metotrexato e Fluorouracile ( CMF; n=18.000 ); polichemioterapia versus nessuna chemioterapia ( n=32.000 ).
I dosaggi stabiliti per questi 3 farmaci e per le antracicline Doxorubicina ( A ) ed Epirubicina ( E ) sono stati utilizzati per definire il regime CMF standard, 4AC ( Doxorubicina e Ciclofosfamide ) standard e CAF ( Ciclofosfamide, Doxorubicina e Fluorouracile ) e CEF ( Ciclofosfamide, Epirubicina e Fluorouracile ).
Sono stati pubblicati i rate ratio di mortalità per il carcinoma alla mammella.
Negli studi che aggiungevano 4 cicli separati di un taxano a un regime di controllo fisso basato su antraciclina con l’estensione della durata del trattamento, la mortalità per tumore alla mammella è risultata ridotta ( RR_0.86, significatività a 2 code [ 2p ]=0.0005 ).
Negli studi con 4 di questi cicli extra di un taxano controbilanciato nei controlli da cicli extra di altri farmaci citotossici, che all’incirca duplicavano il dosaggio dei non-taxani, non è emersa una differenza significativa ( RR=0.94, 2p=0.33 ).
Gli studi con controlli trattati con CMF hanno mostrato che i regimi 4AC standard e CMF standard sono equivalenti ( RR=0.98, 2p=0.67 ), ma che i regimi basati su antracicline con dosaggio cumulativo sostanzialmente più alto che nel 4AC standard ( CAF o CEF ) sono superiori a CMF standard ( RR=0.78, 2p=0.0004 ).
Anche gli studi condotti versus assenza di chemioterapia hanno indicato riduzioni maggiori nella mortalità con CAF ( RR=0.64, 2p inferiore a 0.0001 ) che con 4AC standard ( RR=0.78, 2p=0.01 ) o CMF standard ( RR=0.76, 2p inferiore a 0.0001 ).
In tutte le meta-analisi che coinvolgevano regimi basati su taxani o antracicline, le riduzioni nei rischi proporzionali sono risultate poco influenzate da età, status dei linfonodi, diametro del tumore o differenziazione ( moderata o scarsa; pochi erano ben differenziati ), status del recettore dell’estrogeno o uso di Tamoxifene.
Dunque, in modo ampiamente indipendente da età ( fino ad almeno 70 anni ) o caratteristiche del tumore attualmente disponibili per i pazienti selezionati in questi studi, alcuni regimi basati su taxani-più-antracicline o su dosaggi cumulativi più alti di antracicline ( che non richiedevano cellule staminali ) hanno ridotto la mortalità per carcinoma mammario, in media, di circa un terzo.
Le differenze di mortalità a 10 anni hanno eguagliato le differenze in mortalità per carcinoma mammario, nonostante taxani, antracicline e altre tossicità.
In conclusione, il guadagno a 10 anni da una riduzione di un terzo della mortalità per carcinoma mammario dipende dai rischi assoluti senza chemioterapia ( che, per malattia positiva per il recettore dell’estrogeno, sono i rischi rimanenti con appropriata terapia endocrina ).
Un basso rischio assoluto implica un basso beneficio assoluto, ma mancano informazioni sull’espressione da parte del tumore di geni marcatori o di immunoistochimica quantitativa che potrebbero aiutare a predire il rischio, la chemiosensibilità o entrambi. ( Xagena2012 )
Early Breast Cancer Trialists' Collaborative Group (EBCTCG), Lancet 2012; 379: 432-444
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