Monoterapia con Pembrolizumab versus chemioterapia nel tumore nasofaringeo, recidivante o metastatico, pretrattato con Platino: studio KEYNOTE-122


Pembrolizumab ( Keytruda ) aveva già dimostrato una solida attività antitumorale e una sicurezza gestibile in uno studio di fase Ib su pazienti con carcinoma nasofaringeo ( NPC ) recidivante o metastatico, fortemente pretrattato, positivo per PD-L1.

Lo studio di fase III KEYNOTE-122 è stato condotto per valutare ulteriormente Pembrolizumab rispetto alla chemioterapia nei pazienti con carcinoma nasofaringeo recidivante e/o metastatico pretrattati con Platino.
Sono stati presentati i risultati dell'analisi finale.

KEYNOTE-122 era uno studio randomizzato in aperto condotto in 29 Centri a livello globale. I partecipanti con carcinoma nasofaringeo recidivante e/o metastatico pretrattato con Platino sono stati assegnati in modo casuale a Pembrolizumab o chemioterapia con Capecitabina, Gemcitabina o Docetaxel.
La randomizzazione è stata stratificata in base alle metastasi epatiche ( presenti rispetto ad assenti ).

L'endpoint primario era la sopravvivenza globale ( OS ), analizzata nella popolazione intention-to-treat ( ITT ) utilizzando il log-rank test stratificato ( soglia di superiorità, P unilaterale=0.0187 ).
La sicurezza è stata valutata nella popolazione trattata.

Nel periodo 2016-2018, 233 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al trattamento ( Pembrolizumab, n=117; chemioterapia, n=116 ); la maggior parte dei partecipanti ( 86.7% ) ha ricevuto il trattamento in studio in seconda linea o successivamente.

Il tempo mediano dalla randomizzazione al cut-off dei dati a novembre 2020 è stato di 45.1 mesi.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 17.2 mesi con Pembrolizumab e 15.3 mesi con la chemioterapia ( hazard ratio, HR=0.90; P=0.2262 ).

Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3-5 si sono verificati in 12 partecipanti su 116 ( 10.3% ) con Pembrolizumab e in 49 partecipanti su 112 ( 43.8% ) con chemioterapia.

Si sono verificati tre decessi correlati al trattamento: 1 partecipante ( 0.9% ) con Pembrolizumab ( polmonite ) e 2 ( 1.8% ) con chemioterapia ( polmonite, emorragia intracranica ).

Pembrolizumab non ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia nei partecipanti con carcinoma nasofaringeo recidivante e/o metastatico pretrattato con Platino, ma ha mostrato una sicurezza gestibile e una minore incidenza di eventi avversi correlati al trattamento. ( Xagena2023 )

Chan ATC et al, Ann Oncol 2023; 34: 251-261

Neuro2023 Oto2023 Onco2023 Farma2023



Indietro

Altri articoli



La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...



E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...


L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...



Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Pembrolizumab ( Keytruda ) è la terapia standard per i pazienti con tumore uroteliale metastatico ( mUC ) che progredisce...


La chemioterapia di induzione più chemioradioterapia concomitante è raccomandata per il carcinoma nasofaringeo avanzato a livello locoregionale, ma è associata...