Talidomide versus terapia di supporto attivo per il mantenimento nei pazienti con mesotelioma maligno dopo la prima linea di chemioterapia
La chemioterapia standard non porta a sopravvivenza a lungo termine in pazienti con mesotelioma pleurico maligno.
La malattia è fortemente dipendente dalla vascolarizzazione con un’alta conta di vasi e alta concentrazione sierica di fattori di crescita vascolari.
La Talidomide ( Thalomid ) ha mostrato attività antiangiogenica ed è stato ipotizzato che il suo utilizzo nel contesto della terapia di mantenimento possa migliorare gli esiti.
È stato condotto uno studio in aperto, multicentrico, randomizzato e di fase 3; i pazienti ritenuti idonei avevano mesotelioma pleurico o peritoneale maligno provato e avevano ricevuto un minimo di 4 cicli di trattamento di prima linea contenente almeno Pemetrexed ( Alimta ), con o senza Cisplatino o Carboplatino, e non avevano mostrato progressione nel corso di questo trattamento.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in rapporto 1:1 ( con stratificazione per precedente chemioterapia di prima linea, sottotipo istologico ed ospedale di reclutamento ) a ricevere Talidomide 200 mg al giorno ( inclusa una fase di 2 settimane di run in a 100 mg al giorno ) più terapia di supporto attiva o sola terapia di supporto attiva fino alla progressione della malattia.
Ai pazienti è stato richiesto di registrarsi e iniziare il trattamento con la Talidomide entro 10 settimane dopo la fine della chemioterapia di prima linea.
La Talidomide è stata somministrata per un massimo di 1 anno o fino al manifestarsi di tossicità inaccettabile.
L’endpoint primario era il tempo alla progressione e le analisi primarie sono state condotte per intention-to-treat.
Nel periodo 2004-2009, 222 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale, 111 in ciascun gruppo ( 1 paziente nel gruppo terapia di supporto attiva ha in seguito ritirato il consenso ed è stato escluso dall’analisi ).
Al momento dell’analisi finale, il follow-up mediano è stato di 33.1 mesi ( intervallo interquartile, IQR 22.3-66.8 ) e la progressione riportata dal medico si è presentata in 104 pazienti nel gruppo Talidomide e 107 in quello terapia di supporto attiva; 92 pazienti nel gruppo Talidomide e 93 in quello terapia di supporto attiva sono deceduti.
Il tempo mediano alla progressione nel gruppo Talidomide è stato di 3.6 mesi rispetto a 3.5 mesi nel gruppo terapia di supporto attiva ( hazard ratio, HR=0.95, p=0.72 ).
In totale, 43 ( 39% ) eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati riportati nel gruppo Talidomide e 31 ( 28% ) in quello terapia di supporto attiva; eventi neurosensoriali sono stati riportati da 2 ( 2% ) pazienti nel gruppo Talidomide e in nessuno nel gruppo terapia di supporto attiva, eventi cardiaci da 2 ( 2% ) pazienti trattati con Talidomide e 3 ( 3% ) con terapia di supporto attiva ed eventi tromboembolici da 3 ( 3% ) pazienti del gruppo Talidomide e nessuno di quello terapia di supporto attiva.
In conclusione, non sono stati notati benefici nel tempo alla progressione con l’aggiunta di terapia di mantenimento con Talidomide alla chemioterapia di prima linea.
Sono necessarie diverse strategie di trattamento per migliorare gli esiti in pazienti con mesotelioma maligno. ( Xagena2013 )
Buikhuisen WA et al, Lancet Oncol 2013; 14: 543-551
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