Veliparib con chemioterapia di prima linea e terapia di mantenimento nel carcinoma ovarico
Nei pazienti con carcinoma ovarico sieroso di alto grado ci sono dati limitati sull'uso di inibitori della poli ADP-ribosio polimerasi come Veliparib in associazione alla chemioterapia seguita da mantenimento, come trattamento iniziale.
In uno studio internazionale di fase 3, controllato con placebo, è stata valutata l'efficacia di Veliparib aggiunto alla chemioterapia di induzione di prima linea con Carboplatino e Paclitaxel e continuato come monoterapia di mantenimento in pazienti con carcinoma ovarico sieroso di stadio III o IV precedentemente non-trattato.
Le pazienti sono state assegnate in modo casuale a ricevere la chemioterapia più il placebo seguito da mantenimento con placebo ( controllo ), chemioterapia più Veliparib seguito da mantenimento con placebo ( combinazione con solo Veliparib ) o chemioterapia più Veliparib seguita da mantenimento con Veliparib ( Veliparib per tutto il tempo ).
La chirurgia citoriduttiva poteva essere eseguita prima dell'inizio o dopo 3 cicli di trattamento dello studio.
La chemioterapia di combinazione era di 6 cicli e la terapia di mantenimento era di 30 cicli aggiuntivi.
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione nel gruppo Veliparib per tutto il tempo rispetto al gruppo di controllo, analizzata sequenzialmente nella coorte di mutazione BRCA, la coorte con deficit di ricombinazione omologa ( HRD ) ( che includeva la coorte di mutazione BRCA ) e la popolazione intention-to-treat.
In totale 1.140 pazienti sono state sottoposte a randomizzazione.
Nella coorte di mutazione BRCA, la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 34.7 mesi nel gruppo Veliparib per tutto il tempo e 22.0 mesi nel gruppo di controllo ( hazard ratio per progressione o morte, HR=0.44; P minore di 0.001 ); nella coorte HRD, era rispettivamente 31.9 e 20.5 mesi ( HR=0.57; P minore di 0.001 ); nella popolazione intention-to-treat, era di 23.5 mesi e 17.3 mesi ( HR=0.68; P minore di 0.001 ).
Veliparib è risultato associato a una maggiore incidenza di anemia e trombocitopenia quando era combinato con la chemioterapia, nonché nausea e affaticamento in generale.
In tutte le popolazioni dello studio, un regime di terapia di induzione di Carboplatino, Paclitaxel e Veliparib seguito da terapia di mantenimento con Veliparib ha prodotto una sopravvivenza libera da progressione significativamente più lunga rispetto alla sola terapia di induzione con Carboplatino e Paclitaxel.
Il valore indipendente dell'aggiunta di Veliparib durante la terapia di induzione senza mantenimento di Veliparib è risultato meno chiaro. ( Xagena2019 )
Coleman RA et al, N Engl J Med 2019; 381: 2403-2415
Gyne2019 Onco2019 Farma2019
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
Tabelecleucel per pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o di organi solidi con malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus EBV dopo fallimento di Rituximab con o senza chemioterapia: studio AL
La sopravvivenza nella malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus di Epstein-Barr ( EBV ) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche...
Efficacia di Osimertinib sul sistema nervoso centrale con o senza chemioterapia nel cancro al polmone non-a-piccole cellule avanzato con mutazione di EGFR
E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...
LOAd703, una terapia genica immunostimolante basata su virus oncolitici, combinata con chemioterapia per il tumore del pancreas non-resecabile o metastatico: studio LOKON001
L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...
Nivolumab più chemioterapia nel tumore polmonare non-a-piccole cellule metastatico con mutazione di EGFR dopo progressione della malattia con gli inibitori della tirosina chinasi di EGFR: risultati finali di CheckMate 722
Lo studio di fase III CheckMate 722 ha valutato Nivolumab ( Opdivo ) più chemioterapia rispetto alla chemioterapia nei pazienti...
Atezolizumab più Bevacizumab e chemioterapia nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule con mutazione EGFR o ALK: studio ATTLAS, KCSG-LU19-04
Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...
Sacituzumab Govitecan in combinazione con Pembrolizumab per i pazienti con tumore uroteliale metastatico progredito dopo chemioterapia a base di Platino: TROPHY-U-01 Cohort 3
Pembrolizumab ( Keytruda ) è la terapia standard per i pazienti con tumore uroteliale metastatico ( mUC ) che progredisce...
Chemioterapia di induzione seguita da radioterapia versus chemioradioterapia nel carcinoma rinofaringeo
La chemioterapia di induzione più chemioradioterapia concomitante è raccomandata per il carcinoma nasofaringeo avanzato a livello locoregionale, ma è associata...