Alirocumab riduce in modo marcato i livelli di colesterolo LDL nei pazienti con ipercolesterolemia familiare


I risultati di quattro studi del Programma clinico ODYSSEY hanno mostrato che Alirocumab ( Praluent ) abbassa il colesterolo nei pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote a livelli non raggiungibili con le sole statine.

I dati definitivi di due studi ( ODYSSEY FH I e II ) sono stati pubblicati sull’European Heart Journal.
Questa analisi effettuata su più di 1250 pazienti ha dimostrato che Alirocumab riesce ad abbassare in tempi rapidi il colesterolo LDL ( LDL-C ) a livelli senza precedenti e le riduzioni si sono mantenute per lungo periodo.

L’ipercolesterolemia familiare eterozigote è una malattia ereditaria associata a livelli molto elevati di colesterolo LDL che può mettere i pazienti a rischio di malattie cardiovascolari.
Circa l'80% di questi pazienti sono in grado di raggiungere i propri obiettivi di colesterolo LDL.

Lo studio ha riguardato 1257 pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote da quattro studi ODYSSEY della durata di 18 mesi ( FH I, FH II, HIGH FH, LONG TERM ). E’ stato valutato il vantaggio dell’aggiunta dell’anticorpo monoclonale anti-PCSK9, Alirocumab, alle statine e ad altri standard di cura, rispetto allo standard di terapia ( tra cui le statine ) e il placebo.

Negli studi FH I e FH II i pazienti inizialmente hanno ricevuto Alirocumab 75 mg ( n=490 ) versus placebo ( n=245 ), mentre negli studi HIGH FH e LONG TERM sono stati inizialmente trattati con Alirocumab 150 mg ( n=348 ) versus placebo ( n=174 ).
Inoltre, i pazienti che avevano assunto inizialmente Alirocumab al dosaggio di 75 mg hanno rettificato la propria dose a 150 mg alla 12.a settimana nel caso in cui non avessero raggiunto l’obiettivo pre-specificato di colesterolo LDL a 8 settimane.

L'endpoint primario di tutti e quattro gli studi era la variazione percentuale del colesterolo LDL dal basale alla settimana 24.

L’analisi è stata intention-to-treat.

I ricercatori hanno scoperto che i pazienti che avevano ricevuto inizialmente Alirocumab 75 mg hanno presentato una riduzione media del colesterolo LDL del 55.8% dal basale, rispetto al placebo, e coloro che inizialmente avevano ricevuto Alirocumab 150 mg hanno mostrato una riduzione media del 56.4% ( p inferiore a 0.0001 per entrambi i confronti ) .

Utilizzando le misure che sono state raccolte mentre i pazienti stavano ancora ricevendo il trattamento ( analisi durante il trattamento ), la riduzione di colesterolo LDL si è mantenuta per 78 settimane, con una riduzione media del 56.1%, rispetto al placebo, nel gruppo inizialmente trattato con Alirocumab 75 mg e con dosaggio potenzialmente titolato a 150 mg, e una riduzione del 63.2% rispetto al placebo nei pazienti trattati solo con Alirocumab 150 mg ( p inferiore a 0.0001 per entrambi i confronti ).

Il livello medio di colesterolo LDL al basale era pari a 3.7 mmol/L ( 141.2 mg/dL ) nei dati aggregati dei pazienti partecipanti agli studi FH I e FH II e 4.3 mmol/L ( 166.1 mg/dL ) tra i pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote negli studi HIGH FH e LONG TERM.

Nell’analisi in-trattamento, Alirocumab ha ridotto i livelli medi di colesterolo LDL a valori inferiori a 2.2 mmol/L ( 85 mg/dl ) entro la settimana 12, e le riduzioni si sono mantenute fino alla settimana 78.

Eventi avversi emergenti si sono verificati in una percentuale simile tra i pazienti del gruppo Alirocumab ( 80.5% ) e quelli del gruppo placebo ( 83% ); l’incidenza di interruzione dello studio è stata rispettivamente pari a 3.9% e 3.6%.

Nonostante gli elevati livelli di base, Alirocumab ha ridotto le concentrazioni di colesterolo LDL a valori inferiori a 1.8 mmol/L ( 70 mg/dL ) alla settimana 24 nel 63% dei pazienti negli studi FH I e II e nel 56% dei pazienti aggregati negli studi HIGH FH e LONG TERM.
Studi con altre terapie ipolipemizzanti hanno raggiunto livelli di colesterolo LDL inferiori a 2.5 mmol/L ( 97 mg/dL ) in circa il 20% dei pazienti.

Alirocumab, un inibitore di PCSK9 e appartiene a una nuova classe di anticorpi monoclonali, agisce impedendo l’azione della proteina PCSK9, aumentando, in tal modo, il numero dei recettori LDL e quindi incrementando l'assorbimento di colesterolo LDL dalla circolazione.
L’aggiunta di Alirocumab alle statine può rappresentare una strategia di trattamento importante per i pazienti non in grado di raggiungere gli obiettivi di colesterolo LDL con le sole statine. ( Xagena2015 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2015

Endo2015 Cardio2015 Farma2015


Indietro

Altri articoli

Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...


L'infiammazione e l'iperlipidemia contribuiscono congiuntamente alla malattia aterotrombotica. Tuttavia, quando le persone sono trattate con una terapia intensiva con statine, i...


La porocheratosi attinica superficiale disseminata ( DSAP ) è una malattia ereditaria o sporadica della cheratinizzazione associata a variazioni della...


Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...


Le varianti genetiche di perdita di funzione in ANGPTL3 sono associate a livelli più bassi di lipidi plasmatici. Vupanorsen è...


La lipoproteina ad alta densità svolge un ruolo chiave nel trasporto inverso del colesterolo. Inoltre, le particelle di lipoproteine ​​ad...


È stata confrontata l'efficacia di diversi trattamenti con statine per intensità sui livelli di colesterolo da lipoproteine non ad alta...


I benefici e i rischi associati alle terapie intensive a base di statine per ridurre il colesterolo LDL in modo...


L'associazione tra la riduzione indotta dalle statine dei livelli di colesterolo LDL e la riduzione assoluta del rischio di esiti...