L’aumento dei livelli di colesterolo predice il vantaggio di sopravvivenza nei pazienti con carcinoma a cellule renali trattati con Temsirolimus


Temsirolimus ( Torisel ) è un trattamento efficace per il carcinoma a cellule renali. Il trattamento con questo farmaco è associato a un aumento della colesterolemia, trigliceridemia e della glicemia.

Temsirolimus è un inibitore selettivo mTOR ( target della rapamicina nei mammiferi ).

Ricercatori del NHMRC Clinical Trials Centre, University of Sydney ( Australia ) hanno voluto verificare se il cambiamento dei livelli di questi biomarcatori metabolici fosse in grado di predire l'efficacia di Temsirolimus.

Sono state esaminate le misurazioni seriali di colesterolo, trigliceridi e glucosio, di pazienti randomizzati al trattamento con Interferone alfa o Temsirolimus nello studio ARCC ( Global Advanced Renal Cell Carcinoma Trial ).

Temsirolimus è risultato associato a maggiori incrementi medi della colesterolemia ( 1.02 mmol/L, p inferiore a 0.0001 ), trigliceridemia ( 0.32 mmol/L, p=0.0008 ) e di glicemia ( 1.28 mmol/L, p inferiore a 0.0001 ), rispetto a Interferone, e a un miglior tasso di sopravvivenza ( sopravvivenza globale: HR=0.76, P=0.02; sopravvivenza libera da progressione: HR=0.70, P=0.001 ).

L’aumento del colesterolo durante lo studio è risultato associato a una più lunga sopravvivenza ( sopravvivenza globale: HR=0.77 per mmol/L, P inferiore a 0.0001; sopravvivenza libera da progressione: HR=0.81 per mmol/L, p inferiore a 0.0001 ).

L’effetto di Temsirolimus sui trigliceridi e sul glucosio non ha anticipato il suo effetto sulla sopravvivenza, con il vantaggio di sopravvivenza a favore di Temsirolimus che si è mantenuto anche dopo aggiustamento per questi fattori ( P=0.003 e P=0.002 ).

Dallo studio è emerso che l’aumento di colesterolo è un fattore predittivo per l'efficacia potenziale di Temsirolimus.
Una maggiore sopravvivenza è stata osservata nei pazienti con i più grandi aumenti di colesterolo durante trattamento con Temsirolimus. ( Xagena2012 )

Lee CK et al, Clin Cancer Res 2012; 18: 3188-3196


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