Declino cognitivo presintomatico nella demenza frontotemporale familiare


In uno studio prospettico di coorte, è stato eseguito uno studio di follow-up a 2 anni con valutazione neuropsicologica in fase presintomatica della demenza frontotemporale familiare ( FTD ) causata da mutazioni GRN e MAPT per esplorare il valore prognostico della valutazione neuropsicologica nei primi stadi della malattia.

I parenti di primo grado sani, a rischio, di pazienti con demenza frontotemporale familiare che avevano una mutazione MAPT ( n=13 ) o GRN ( n=30 ) e controlli sani ( n=39 ) sono stati sottoposti a valutazione neuropsicologica al basale e al follow-up a 2 anni.

Sono state studiate le differenze basali e longitudinali, così come il rapporto con l'età e gli anni stimati prima dell’insorgenza dei sintomi.

Al basale, i portatori della mutazione GRN hanno mostrato punteggi più bassi di velocità di elaborazione mentale rispetto ai controlli sani ( P=0.043 ).

Due anni più tardi, i portatori della mutazione MAPT hanno mostrato un calo più rapido rispetto ai portatori della mutazione GRN nella cognizione sociale ( P=0.002 ).

L'età avanzata è risultata legata a declino cognitivo nella visuo-costruzione ( P=0.005 ) e cognizione sociale ( P=0.026 ) in MAPT.

La memoria è significativamente declinata da 8 a 6 anni prima dell’esordio stimato dei sintomi nei portatori della mutazione MAPT e GRN, rispettivamente; il linguaggio e la cognizione sociale sono diminuiti solo nei portatori della mutazione MAPT da 7 a 5 anni prima della comparsa stimata dei sintomi, rispettivamente ( P minore di 0.05 ).

In conclusione, con una valutazione neuropsicologica longitudinale, sono stati rilevati modelli neuropsicologici di declino gene-specifici, ad esempio, in cognizione sociale, memoria e visuo-costruzione.
I risultati hanno confermato il valore prognostico della valutazione neuropsicologica come potenziale biomarcatore clinico nella fase presintomatica della demenza frontotemporale familiare. ( Xagena2016 )

Jiskoot LC et al, Neurology 2016; 87: 384-391

Neuro2016



Indietro

Altri articoli

Mentre la più alta prevalenza di demenza si verifica negli individui di età superiore agli 80 anni, la maggior parte...


La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in...


Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...


Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...


L'uso di lassativi da banco è comune nella popolazione generale. L’ipotesi dell’asse microbioma-intestino-cervello suggerisce che l’uso di lassativi potrebbe essere...


L'uso regolare dei lassativi potrebbe comportare effetti gravi sul cervello: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology...


La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...


Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...


Le variazioni nel gene della glucocerebrosidasi ( GBA ) sono fattori di rischio comuni per la malattia di Parkinson e...


I dati di uno studio basato sulla genetica hanno mostrato che l'inibizione di PCSK9 non influisce sulla funzione cognitiva o...