La terapia di deprivazione androgenica non aumenta il rischio di demenza nei pazienti con tumore alla prostata
Recenti studi osservazionali hanno associato l'uso della terapia di deprivazione androgenica ( ADT ) con un aumento del rischio di demenza e malattia di Alzheimer, ma questi studi avevano limitazioni.
Uno studio ha determinato se l'uso di terapia di deprivazione androgenica sia associato a un aumento del rischio di demenza, includendo la malattia di Alzheimer, in pazienti con tumore alla prostata.
Utilizzando il Clinical Practice Research Datalink del Regno Unito, è stata costituita una coorte di 30.903 uomini con nuova diagnosi di carcinoma alla prostata non-metastatico dal 1988 al 2015.
Sono stati stimati gli hazard ratio ( HR ) di demenza associata all'uso della terapia di deprivazione androgenica rispetto al mancato uso.
L’esposizione alla terapia di deprivazione androgenica è stata ritardata di 1 anno per tenere conto dei ritardi associati alla diagnosi di demenza e minimizzare la causalità inversa.
Analisi secondarie hanno valutato le eventuali variazioni del rischio con la durata cumulativa di utilizzo e per tipo di terapia di deprivazione androgenica.
Nel corso di un follow-up medio di 4.3 anni, 799 pazienti sono stati diagnosticati con demenza ( incidenza, 6.0 ) per 1.000 anni-persona.
Rispetto al mancato uso, l’uso di terapia di deprivazione androgenica non è risultato associato a un aumentato rischio di demenza ( incidenza, 7.4 vs 4.4 per 1.000 anni-persona, rispettivamente; HR aggiustato=1.02 ).
Nelle analisi secondarie, la durata cumulativa di utilizzo ( P per eterogeneità=0.78 ) e nessun singolo tipo di terapia di deprivazione androgenica sono stati associati a un aumentato rischio di demenza.
In conclusione, in questo studio basato sulla popolazione, l'uso della terapia di deprivazione androgenica non è risultato associato a un aumentato rischio di demenza.
Sono necessari ulteriori studi in diversi contesti per confermare questi risultati. ( Xagena2017 )
Khosrow-Khavar F et al, J Clin Oncol 2017; 35: 201-207
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