L’assottigliamento corticale è un marcatore di demenza di Alzheimer negli adulti normali dal punto di vista cognitivo
Dal momento che si ritiene che la neuropatologia della malattia di Alzheimer si sviluppi anni prima della demenza, potrebbe essere possibile identificare una leggera atrofia legata a malattia di Alzheimer nelle forme precliniche di Alzheimer.
È stato ipotizzato che il profilo di malattia dell’assottigliamento corticale legato a malattia di Alzheimer, precedentemente identificato in pazienti con demenza di Alzheimer lieve, possa rappresentare un biomarcatore utile per identificare anomalie anatomiche consistenti con la malattia di Alzheimer negli adulti normali dal punto di vista cognitivo che sviluppano demenza di Alzheimer dopo follow-up longitudinale.
Sono stati studiati due campioni indipendenti di adulti normali dal punto di vista cognitivo al momento della scansione.
Nel campione 1, 8 individui hanno sviluppato demenza di Alzheimer ( gruppo normale-Alzheimer ) dopo una media di 11.1 anni rispetto a 25 individui rimasti normali ( gruppo stabile ).
Nel campione 2, 7 pazienti nel gruppo normale-Alzheimer ( follow-up medio 7.1 anni ) sono stati confrontati con 25 individui stabili.
Il profilo di malattia di assottigliamento corticale nei pazienti dei gruppi normale-Alzheimer è risultato notevolmente simile in entrambi i campioni, circa 0.2 mm ( p inferiore a 0.05 ).
Nonostante questa piccola differenza assoluta, le dimensioni dell’effetto con l’indice di Cohen per queste differenze sono risultate molto ampie ( maggiori di 1 ).
Degli 11 individui stabili con basso profilo di malattia per assottigliamento al basale ( maggiore o uguale a 1 deviazione standard al di sotto della media della coorte ), il 55% ha sviluppato demenza di Alzheimer nella decade successiva, mentre nessuno dei 9 individui con profilo alto al basale ( maggiore o uguale a 1 deviazione standard sopra la media ) ha sviluppato demenza.
Questo marcatore è in grado di predire il tempo alla diagnosi di demenza ( hazard ratio, HR=3.4, p inferiore a 0.0005 ); 1 deviazione standard di assottigliamento ha aumentato il rischio di demenza di 3.4.
In conclusione, la focalizzazione sulle regioni corticali, che sono notoriamente colpite in caso di demenza di Alzheimer, ha mostrato che una lieve atrofia può essere identificata in persone asintomatiche circa un decennio prima della demenza e ciò fa di questa misura un biomarcatore importante della neurodegenerazione precoce nella diagnostica per immagini. ( Xagena2011 )
Dickerson BC et al, Neurology 2011; 76: 1395-1402
Neuro2011
Indietro
Altri articoli
Associazione tra accumulo di beta-amiloide e demenza incidente in individui di 80 anni o più senza demenza
Mentre la più alta prevalenza di demenza si verifica negli individui di età superiore agli 80 anni, la maggior parte...
Associazioni tra marcatori di infiammazione nel liquido cerebrospinale, lesioni della sostanza bianca e declino cognitivo in individui senza demenza
La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in...
Uso di Pioglitazone e riduzione del rischio di demenza nei pazienti con diabete mellito con anamnesi di ictus ischemico
Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...
Misure di emostasi di mezza età, declino cognitivo a 20 anni e demenza incidente
Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...
Associazione tra uso regolare di lassativi e demenza incidente nei partecipanti alla UK Biobank
L'uso di lassativi da banco è comune nella popolazione generale. L’ipotesi dell’asse microbioma-intestino-cervello suggerisce che l’uso di lassativi potrebbe essere...
L'uso prolungato dei lassativi può aumentare il rischio di demenza
L'uso regolare dei lassativi potrebbe comportare effetti gravi sul cervello: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology...
Anticoagulanti orali e rischio di demenza nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare
La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...
Colesterolo HDL e colesterolo LDL e rischio di demenza in oltre 17 anni di follow-up
Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...
Associazione dell'attività della glucocerebrosidasi nel liquido cerebrospinale con il rischio di demenza incidente nei pazienti con malattia di Parkinson
Le variazioni nel gene della glucocerebrosidasi ( GBA ) sono fattori di rischio comuni per la malattia di Parkinson e...
Nessun rischio cognitivo o di demenza con gli inibitori di PCSK9, mentre l'inibizione di HMGCR si associa a compromissione di alcune funzioni cognitive
I dati di uno studio basato sulla genetica hanno mostrato che l'inibizione di PCSK9 non influisce sulla funzione cognitiva o...