Più alto rischio di progressione verso la demenza nei casi di lieve decadimento cognitivo che tornano alla normalità


Sono stati stimati i tassi di progressione da decadimento cognitivo lieve ( MCI ) a demenza e reversione da decadimento cognitivo lieve a una condizione cognitivamente normale ( CN ) in una coorte basata sulla popolazione.

I partecipanti ( n=534, età a partire da 70 anni ) iscritti nello studio MCSA ( Mayo Clinic Study of Aging ), prospettico, sono stati valutati al basale e ogni 15 mesi per identificare il decadimento cognitivo lieve incidente o la demenza.

Nel corso di un follow-up medio di 5.1 anni, 153 partecipanti su 534 ( 28.7% ) con prevalente o incidente decadimento cognitivo lieve sono progrediti a demenza ( 71.3 per 1.000 anni-persona ).
L'incidenza cumulativa di demenza è stata pari a 5.4% a 1 anno, 16.1% a 2, 23.4% a 3, 31.1% a 4 e 42.5% a 5 anni.

Il rischio di demenza è stato elevato nei casi di decadimento cognitivo lieve ( hazard ratio, HR=23.2, P minore di 0.001 ), rispetto ai soggetti cognitivamente normali.

Il 38% ( n=201 ) dei partecipanti con decadimento cognitivo lieve è tornato cognitivamente normale ( 175.0 per 1000 anni-persona ), ma il 65% ha successivamente sviluppato decadimento cognitivo lieve o demenza; HR è stato pari a 6.6 ( P minore di 0.001 ), rispetto ai soggetti cognitivamente normali.

Il rischio di reversione è risultato ridotto nei soggetti con un allele APOE epsilon4 ( HR=0.53, P minore di 0.001 ), più alto punteggio alla scala CDR-SOB ( Clinical Dementia Rating Scale-Sum of Boxes ) ( HR=0.56, P minore di 0.001 ) e peggiore funzione cognitiva ( HR=0.56, P minore di 0.001 ).

Il rischio è stato ridotto anche nei soggetti con decadimento cognitivo lieve di tipo amnesico ( HR=0.70, P=0.02 ) e decadimento cognitivo lieve multidominio ( HR=0.61, P=0.003 ).

In conclusione, i casi di decadimento cognitivo lieve, compresi quelli che tornano cognitivamente normali, hanno un alto rischio di progressione verso la demenza.
Ciò suggerisce che la diagnosi di decadimento cognitivo lieve in qualsiasi momento abbia un valore prognostico. ( Xagena2014 )

Roberts RO et al, Neurology 2014; 82: 317-325

Neuro2014



Indietro

Altri articoli

Mentre la più alta prevalenza di demenza si verifica negli individui di età superiore agli 80 anni, la maggior parte...


La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in...


Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...


Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...


L'uso di lassativi da banco è comune nella popolazione generale. L’ipotesi dell’asse microbioma-intestino-cervello suggerisce che l’uso di lassativi potrebbe essere...


L'uso regolare dei lassativi potrebbe comportare effetti gravi sul cervello: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology...


La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...


Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...


Le variazioni nel gene della glucocerebrosidasi ( GBA ) sono fattori di rischio comuni per la malattia di Parkinson e...


I dati di uno studio basato sulla genetica hanno mostrato che l'inibizione di PCSK9 non influisce sulla funzione cognitiva o...