Rischio di demenza e malattia di Alzheimer nei pazienti anziani esposti in precedenza ai FANS


I farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) possono prevenire la demenza di Alzheimer.

Un gruppo di Ricercatori statunitensi ha analizzato l’associazione tra precedente esposizione ai FANS e l’insorgenza di demenza e di malattia di Alzheimer nella coorte basata sulla popolazione Adult Changes in Thought, composta da persone di età uguale o superiore ai 65 anni ( età mediana 74.8 ) al momento dell’arruolamento.

Sono stati studiati 2.736 soggetti liberi da demenza; sono stati seguiti con cadenza biennale per un periodo fino a 12 anni con l’obiettivo di rilevare l’eventuale insorgenza di demenza e di malattia di Alzheimer.

La regressione dei rischi proporzionali di Cox è stata utilizzata per valutare l’associazione tra demenza o malattia di Alzheimer e uso di FANS in dosi giornaliere standard somministrate nel corso di 2 anni ( per esempio, uso pesante = 500 + dose giornaliera standard ).

Sono stati identificati 351 partecipanti ( 12.8% ) con storia di uso pesante di FANS all’arruolamento, mentre altri 107 pazienti sono diventati utilizzatori pesanti nel corso del periodo osservazionale.

Un totale di 476 individui ha sviluppato demenza, 356 con malattia di Alzheimer ( età mediana all’insorgenza 83.5 e 83.8 anni, rispettivamente ).

Contro l’ipotesi che i farmaci antinfiammatori non-steroidei proteggano dalla demenza di Alzheimer, gli utilizzatori pesanti di FANS hanno mostrato un aumento dell’incidenza di demenza e malattia di Alzheimer, con hazard ratio aggiustati di 1.66 e 1.57.

In conclusione, questi dati si discostano da quelli di altri studi con coorti più giovani.
I risultati osservati altrove potrebbero riflettere l’insorgenza ritardata di demenza di Alzheimer negli utilizzatori di FANS.
È plausibile che tale ritardo possa portare a un aumento dell’incidenza di demenza di Alzheimer in età più avanzata.
La relazione tra uso di FANS e patogenesi della demenza di Alzheimer richiede ulteriori approfondimenti. ( Xagena2009 )

Breitner JC et al, Neurology 2009;72: 1899-1905


Neuro2009 Farma2009


Indietro

Altri articoli

Mentre la più alta prevalenza di demenza si verifica negli individui di età superiore agli 80 anni, la maggior parte...


La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in...


Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...


Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...


L'uso di lassativi da banco è comune nella popolazione generale. L’ipotesi dell’asse microbioma-intestino-cervello suggerisce che l’uso di lassativi potrebbe essere...


L'uso regolare dei lassativi potrebbe comportare effetti gravi sul cervello: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology...


La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...


Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...


Le variazioni nel gene della glucocerebrosidasi ( GBA ) sono fattori di rischio comuni per la malattia di Parkinson e...


I dati di uno studio basato sulla genetica hanno mostrato che l'inibizione di PCSK9 non influisce sulla funzione cognitiva o...