Rischio di demenza negli adulti con malattia cardiaca congenita


Più bambini con cardiopatia congenita sopravvivono fino all'età adulta, e la malattia cardiaca congenita è associata a fattori di rischio per la demenza.
È stato confrontato il rischio di demenza negli adulti con malattia coronarica a quello della popolazione generale.

In uno studio di coorte, sono stati utilizzati registri medici e una revisione della documentazione medica che copriva tutti gli ospedali danesi per identificare gli adulti con cardiopatia congenita diagnosticati tra il 1963 e il 2012.
Questi individui con malattia cardiaca congenita sono stati seguiti dal 1981, da 30 anni di età o dalla data della prima registrazione di malattia congenita ( data indice per i membri corrispondenti della coorte di popolazione generale ) fino alla diagnosi ospedaliera di demenza, morte, emigrazione o fine dello studio il 31 dicembre 2012.

Per ogni individuo con cardiopatia congenita, sono stati identificati 10 membri della popolazione generale abbinati per sesso e anno di nascita.
Sono stati calcolati incidenza cumulativa e hazard ratio ( HR ) di demenza, aggiustando per sesso e anno di nascita.

L'incidenza cumulativa di demenza è stata del 4% a 80 anni di età in 10.632 adulti con cardiopatia congenita ( 46% maschi ). 
L'hazrd ratio complessivo che ha confrontato gli adulti con cardiopatia congenita con la coorte di popolazione generale è stato pari a 1.6.
L'hazard ratio tra gli individui con cardiopatia congenita senza difetti extracardiaci è stato pari a 1.4.

Gli adulti con cardiopatia congenita lieve-moderata hanno avuto un hazard ratio di 1.5, mentre l'hazard ratio è stato pari a 2.0 per cardiopatia congenita grave, compresi i cuori univentricolari.

L'hazard ratio per la demenza a esordio precoce ( prima di 65 anni di età ) è stato di 2.6, mentre l'hazrd ratio a insorgenza tardiva è stato pari a 1.3.

In conclusione, la cardiopatia congenita è stata associata a un aumentato rischio di demenza rispetto alla popolazione generale, in particolare per la demenza a esordio precoce.
Un'ulteriore comprensione del rischio di demenza nella popolazione con cardiopatia congenita è un potenziale obiettivo per future indagini. ( Xagena2018 )

Bagge CN et al, Circulation 2018; 137: 1912-1920

Cardio2018 Neuro2018



Indietro

Altri articoli

Mentre la più alta prevalenza di demenza si verifica negli individui di età superiore agli 80 anni, la maggior parte...


La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in...


Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...


Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...


L'uso di lassativi da banco è comune nella popolazione generale. L’ipotesi dell’asse microbioma-intestino-cervello suggerisce che l’uso di lassativi potrebbe essere...


L'uso regolare dei lassativi potrebbe comportare effetti gravi sul cervello: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology...


La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...


Le associazioni tra colesterolo da lipoproteine ad alta densità ( colesterolo HDL ) e colesterolo da lipoproteine a bassa densità...


Le variazioni nel gene della glucocerebrosidasi ( GBA ) sono fattori di rischio comuni per la malattia di Parkinson e...


I dati di uno studio basato sulla genetica hanno mostrato che l'inibizione di PCSK9 non influisce sulla funzione cognitiva o...