Monitoraggio continuo della glicemia e trattamento intensivo nel diabete di tipo 1


Il valore del monitoraggio continuo della glicemia nella gestione del diabete mellito di tipo 1 non è stato determinato.

In uno studio clinico multicentrico, 322 adulti e bambini, già sotto trattamento intensivo per diabete di tipo 1, sono stati assegnati in modo casuale a monitoraggio continuo della glicemia o a monitoraggio a domicilio con un misuratore dei valori ematici di glucosio.

Tutti i pazienti sono stati stratificati in tre gruppi in base all’età, e presentavano un valore di emoglobina glicata ( HbA1c ) da 7 a 10%.

L’endpoint primario era rappresentato dal cambiamento nei valori di emoglobina glicata a 26 settimane.

I cambiamenti nei valori di emoglobina glicata sono risultati molto variabili a seconda della fascia di età ( P=0,003 ), con una differenza significativa tra i pazienti con età pari o maggiore di 25 anni a favore del gruppo con monitoraggio continuo ( differenza media nel cambiamento -0,53%; P
La differenza non è risultata significativa per i pazienti di età compresa tra i 15 e i 24 anni ( differenza media 0,08; P=0,52 ) o tra quelli di età compresa tra 8 e 14 anni ( differenza media -0,13; P=0,29 ).

Gli outcome secondari di emoglobina glicata sono risultati migliori nel gruppo in monitoraggio continuo che nel gruppo di controllo nei pazienti più vecchi e in quelli più giovani, ma non tra quelli dai 15 ai 24 anni.

È stata osservata una bassa incidenza di ipoglicemia grave, simile tra i due gruppi; tuttavia lo studio non è stato disegnato in modo da avere potere statistico per individuare una tale differenza.

In conclusione, un monitoraggio continuo della glicemia può essere associato a un miglioramento del controllo glicemico negli adulti con diabete di tipo 1.
Sono necessari ulteriori studi per identificare gli ostacoli che limitano l’efficacia del monitoraggio continuo nei bambini e negli adolescenti. ( Xagena2008 )

The Juvenile Diabetes Research Foundation Continuous Glucose Monitoring Study Group, N Engl J Med 2008; 359: 1464-1476


Endo2008


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