Efficacia del trapianto di cellule staminali ematopoietiche non-mieloablative autologhe nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 di nuova diagnosi
Il diabete mellito di tipo 1 è causato da un attacco autoimmune contro le cellule beta pancreatiche.
Recenti studi animali e clinici hanno indicato che una moderata immunosoppressione nel diabete mellito di tipo 1 di nuova diagnosi può prevenire l’ulteriore perdita della produzione di insulina e può ridurre la necessità di Insulina.
Uno studio ha valutato la sicurezza e gli effetti metabolici dell’immunosopressione ad alto dosaggio, seguita da trapianto di cellule staminali ematopoietiche non mieloablative, autologhe nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 di nuova diagnosi.
Lo studio prospettico di fase I/II ha coinvolto 15 pazienti con diabete mellito di tipo 1 ( età 14-31 anni ), la cui diagnosi era recente ( entro 4 settimane ).
L’arruolamento è avvenuto tra novembre 2003 e luglio 2006, ed il periodo osservazionale è continuato fino a febbraio 2007.
I pazienti con precedente chetoacidosi diabetica sono stati esclusi.
Le cellule staminali ematopioetiche sono state mobilizzate con Ciclofosfamide ( 2g/m2 ) e con il fattore GC-SF ( fattore stimolante le colonie di granulociti ) ( 10 microg/kg/die ), e poi raccolte dal sangue periferico mediante leucaferesi e criopreservate.
Le cellule sono poi state iniettate per via endovenosa dopo condizionamento con Ciclofosfamide ( 200 mg/kg ) e globulina antitimocita di coniglio ( 4,5 mg/kg ).
Durante il periodo osservazionale medio di 18,8 mesi, 14 pazienti non hanno necessitato di assumere Insulina: 1 per 35 mesi, 4 per almeno 21 mesi, 7 per almeno 6 mesi e 2 con risposte tardive per 1 e 5 mesi rispettivamente.
Tra questi, 1 paziente ha ripreso l’uso dell’Insulina 1 anno dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Mesi dopo il trapianto l’area totale media sotto la curva di risposta del peptide C è risultata significativamente più grande rispetto ai valori di pretrattamento, e a 12 e 24 mesi non sono stati osservati cambiamenti.
I livelli sierici di emoglobina A1c si sono mantenuti al di sotto del 7% in 13 su 14 pazienti.
Il solo evento avverso, acuto, grave, è risultato essere la polmonite bilaterale con negatività delle prove culturali in 1 paziente e disfunzione endocrina tardiva ( ipotiroidismo o ipogonadismo ) in altri 2.
Lo studio ha mostrato che l’immunosoppressione ad alto dosaggio ed il trapianto di cellule staminali autologhe sono stati eseguiti con un’accettabile tossicità in un piccolo numero di pazienti con diabete mellito di tipo 1 di nuova diagnosi.
Mediante il trapianto autologo la funzione delle cellule beta è aumentata in tutti ad eccezione di 1 paziente ed ha indotto prolungata indipendenza dall’Insulina nella maggioranza dei pazienti. ( Xagena2007 )
Voltarelli JC et al, JAMA 2007; 297: 1568-1576
Endo2007
XagenaFarmaci_2007
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