Tumore polmonare non a-piccole-cellule, il numero di copie del gene EGFR predice la risposta al Gefitinib
Gefitimib ( Iressa ) è un inibitore selettivo della tirosin-chinasi di EGFR ( Epidermal Growth Factor Receptor ), che è iperespressa in molti tumori, tra cui il tumore polmonare non-a-piccole-cellule ( NSCLC ).
Uno studio, coordinato da Ricercatori del Cancer Center della Colorado University, ha valutato la relazione tra il numero di copie del gene EGFR, l’espressione della proteina EGFR, le mutazioni EGFR, e lo stato di attivazione di Akt come marker predittivi di risposta al trattamento con Gefitinib nel carcinoma polmonare non-a-piccole-cellule in fase avanzata.
Lo studio ha riguardato 102 pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule, trattati giornalmente con 250 mg di Gefitinib.
L’amplificazione o l’alto grado di polisemia del gene EGFR, visto in 33 dei 102 pazienti, e l’elevata espressione proteica, osservata in 58 dei 98 pazienti, sono risultate associate in modo statisticamente significativo ad una migliore risposta al trattamento con Gefitinib ( 36% versus 3%; p < 0,001 ), ad una più alta percentuale di controllo della malattia ( 67% versus 26%; p < 0,001 ), ad un più elevato valore del tempo alla progressione ( 9 versus 2,5 mesi; p < 0,001 ), e ad una sopravvivenza di più lunga durata ( 18,7 versus 7 mesi; p = 0,03 ).
Anche le mutazioni EGFR, osservate in 15 di 89 pazienti, erano correlate in modo statisticamente significativo alla risposta ed al tempo alla progressione, ma non alla sopravvivenza.
Il 40% dei pazienti con mutazioni ha avuto una progressione della malattia.
All’analisi multivariata, solo l’alto numero di copie di EGFR è rimasto associato ad una più prolungata sopravvivenza ( hazard ratio, HR = 0,44 ).
Secondo gli Autori, un alto numero di copie del gene EGFR, identificate mediante la tecnica FISH ( fluorescence in situ hybridization ) può rappresentare un predittore di efficacia per Gefitinib nel tumore polmonare non-a-piccole-cellule in fase avanzata.( Xagena2005 )
Cappuzzo F et al, J Natl Cancer Inst 2005; 97: 643-655
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