Terapia della epatite C cronica genotipo 1 e 4: approvato Harvoni nella Unione Europea
La Commissione Europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio di Harvoni ( Ledipasvir 90 mg / Sofosbuvir 400 mg ), il primo regime basato su una sola compressa da assumere una volta al giorno per trattare la maggior parte delle infezioni da virus della epatite cronica C di genotipo 1 e 4 nei pazienti adulti.
Harvoni combina Ledipasvir, un inibitore di NS5A, con Sofosbuvir, un inibitore analogo nucleotidico della polimerasi, approvato dalla Commissione europea con il nome commerciale di Sovaldi nel gennaio 2014.
La combinazione di Ledipasvir e di Sofosbuvir trova indicazione nel trattamento della infezione da virus della epatite C cronica ( HCV ) negli adulti ed è raccomandato nei pazienti mai trattati in precedenza ( naive ) e già trattati in precedenza, cirrotici e non-cirrotici, con virus di genotipo 1 e 4, per un trattamento della durata di 12 o 24 settimane, in base alla anamnesi terapeutica e allo stato della cirrosi.
Nei pazienti con virus di genotipo 1 mai trattati in precedenza può essere preso in considerazione un trattamento di 8 settimane con Ledipasvir e Sofosbuvir.
Nei pazienti con virus di genotipo 1 e 4 con cirrosi scompensata e nei pazienti con virus di genotipo 3 con cirrosi e/o fallimento di un trattamento precedente, la combinazione Ledipasvir e Sofosbuvir deve essere impiegata in associazione con Ribavirina per 24 settimane. Harvoni è indicato anche nei pazienti con co-infezione da HCV e da HIV ( virus dell’immunodeficienza acquisita ).
L’autorizzazione all’immissione in commercio è sostenuta principalmente dai dati provenienti da tre studi di fase 3, ION-13, ION-24 e ION-35. Questi studi hanno valutato 8, 12 o 24 settimane di trattamento con Ledipasvir e Sofosbuvir, con o senza Ribavirina, in quasi 2000 pazienti con infezione da virus HCV genotipo 1 e con malattia epatica compensata.
Questi studi hanno incluso pazienti non-cirrotici mai trattati in precedenza ( ION-3 ), pazienti cirrotici e non-cirrotici mai trattati in precedenza ( ION-1 ) e pazienti cirrotici e non-cirrotici che avevano fallito una precedente terapia con un regime a base di Interferone, ivi inclusi regimi contenenti un inibitore della proteasi di HCV ( ION-2 ).
L’endpoint primario di ogni studio era una risposta virologica sostenuta ( HCV non-rilevabile ) 12 settimane dopo il completamento della terapia ( SVR12 ).
I pazienti che raggiungono una SVR12 sono considerati guariti dalla infezione da HCV.
In questi studi, Ribavirina non ha dimostrato di aumentare i tassi di risposta.
I partecipanti allo studio clinico nei bracci senza Ribavirina ( n=1080 ) hanno ottenuto tassi di SVR12 del 94-99%.
L’approvazione è stata supportata anche dai dati preliminari degli studi clinici SOLAR-1, che ha valutato pazienti difficili da trattare con cirrosi scompensata e pazienti sottoposti a trapianto di fegato, ed ERADICATE, che ha valutato pazienti con HCV di genotipo 1 co-infettati da HIV.
L’endpoint primario in questi studi era SVR12.
Al momento dell’inoltro della domanda di autorizzazione, erano disponibili solo i risultati preliminari.
Nel corso dello studio SOLAR-1 i pazienti con cirrosi scompensata trattati con un regime terapeutico di 12 settimane con Ledipasvir e Sofosbuvir più Ribavirina hanno presentato un tasso SVR4 del 90% ( n= 45/50 ).
Nei pazienti post-trapianto di fegato senza malattia epatica scompensata, i tassi di SVR4 sono stati superiori al 95% ( n=109 ).
In un analisi ad interim dello studio clinico ERADICATE, 40 dei 50 pazienti hanno completato le 12 settimane post-trattamento e hanno avuto tassi di SVR12 del 98% ( n=39/40 ).
Lo studio clinico di fase 2 in aperto, ELECTRON-2, ha fornito dati preliminari sui pazienti con infezione da HCV di genotipo 3, dimostrando il 100% ( n=26/26 ) di SVR12 quando Ledipasvir e Sofosbuvir è stato utilizzato in associazione con Ribavirina per 12 settimane.
In questi studi clinici, stanchezza e mal di testa sono stati più comuni nei pazienti trattati con la combinazione Ledipasvir e Sofosbuvir rispetto a quelli trattati con placebo. ( Xagena2014 )
Fonte: Gilead, 2014
Inf2014 Gastro2014 Farma2014
Indietro
Altri articoli
Resmetirom nella steatoepatite non-alcolica con fibrosi epatica
La steatoepatite non-alcolica ( NASH ) è una malattia epatica progressiva senza trattamento approvato. Resmetirom ( Rezdiffra ) è un...
Terapia antivirale ed esiti a 10 anni nel carcinoma epatocellulare resecato correlato al virus dell'epatite B e delll'epatite C
Esistono dati limitati sull’utilizzo del trattamento antivirale e sul suo impatto sugli esiti a lungo termine del carcinoma epatocellulare (...
Efficacia e sicurezza di JNJ-73763989, un siRNA, e del modulatore dell'assemblaggio del capside Bersacapavir con analoghi nucleosidici o nucleotidici per il trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite B: studio REEF-1
JNJ-73763989 ( JNJ-3989 ), un piccolo RNA interferente, è mirato a tutti gli RNA del virus dell'epatite B ( HBV...
Semaglutide 2.4 mg una volta a settimana nei pazienti con cirrosi correlata a steatoepatite non-alcolica
I pazienti con cirrosi correlata alla steatoepatite non-alcolica ( NASH ) sono ad alto rischio di morbilità e mortalità correlata...
Sicurezza ed efficacia di Efruxifermina una volta a settimana rispetto al placebo nella steatoepatite non-alcolica: studio HARMONY
Il fattore di crescita dei fibroblasti 21 ( FGF21 ) regola il metabolismo e protegge le cellule dallo stress. Efruxifermina...
Prevalenza globale della steatosi epatica non-alcolica e della steatoepatite non-alcolica nella popolazione in sovrappeso e obesa
Il carico globale della steatosi epatica non-alcolica ( malattia del fegato grasso non-alcolica; NAFLD ) è parallelo all'aumento dei tassi...
Effetto degli antibiotici profilattici sulla mortalità nell'epatite grave correlata all'alcol
I benefici della profilassi antibiotica per i pazienti ospedalizzati con grave epatite correlata all'alcol non sono ben definiti. È stata determinata...
Chirurgia bariatrica - metabolica versus intervento sullo stile di vita più la migliore assistenza medica nella steatoepatite non-alcolica: studio BRAVES
Studi osservazionali hanno indicato che la chirurgia bariatrico-metabolica potrebbe migliorare notevolmente la steatoepatite non alcolica ( NASH ). Tuttavia, l'efficacia...
Associazione della terapia antivirale ad azione diretta con complicanze epatiche e non-epatiche e mortalità a lungo termine nei pazienti con epatite C cronica
L'epatite cronica C ( CHC ) e le sue complicanze sono associate ad alti tassi di morbilità e mortalità. Tuttavia,...
Sicurezza, farmacocinetica e farmacodinamica di Pegozafermin nei pazienti con steatoepatite non-alcolica
Le strategie di gestione della steatoepatite non-alcolica ( NASH ) si basano principalmente sulla modifica dello stile di vita, senza...