Opdivo a base di Nivolumab nel carcinoma polmonare: precauzioni, fertilità, gravidanza e allattamento


Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale umanizzato impiegato nel trattamento di diversi tipi di neoplasia. Si lega al recettore di morte cellulare programmata PD-1 sulla superficie dei linfociti T e B.

A) Precauzioni malattia-specifiche

Melanoma avanzato

Dagli studi clinici con Nivolumab o Nivolumab in associazione ad Ipilimumab sono stati esclusi i pazienti con un performance status al basale maggiore o uguale a 2, metastasi cerebrali attive o malattia autoimmune ed i pazienti che avevano ricevuto immunosoppressori per via sistemica prima di entrare negli studi. Dagli studi clinici nel melanoma sono stati esclusi i pazienti con melanoma oculare / uveale. Inoltre lo studio CA209037 ha escluso i pazienti che avevano avuto reazioni avverse di grado 4 correlate alla terapia anti-CTLA-4. In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

Rispetto a Nivolumab in monoterapia, un aumento della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) per l'associazione Nivolumab ed Ipilimumab è stato accertato solo nei pazienti con bassa espressione tumorale del PD-L1. Il miglioramento in termine di sopravvivenza globale di Nivolumab in associazione ad Ipilimumab e Nivolumab in monoterapia è stato simile nei pazienti con alta espressione tumorale del PD-L1 ( PDL maggiore o uguale a 1% ). Prima di iniziare il trattamento con questa associazione, si consiglia ai medici di valutare attentamente il singolo paziente e le caratteristiche del tumore, tenendo in considerazione i benefici osservati e la tossicità dell'associazione rispetto a Nivolumab in monoterapia.

Uso di Nivolumab nei pazienti con melanoma con progressione rapida di malattia

I medici devono tenere in considerazione l'insorgenza ritardata dell'effetto di Nivolumab prima di iniziare il trattamento in un paziente con una progressione rapida della malattia.

Trattamento adiuvante del melanoma

Non ci sono dati sul trattamento adiuvante nei pazienti con melanoma con i seguenti fattori di rischio:

- pazienti con precedente malattia autoimmune e con qualsiasi condizione che ha richiesto un trattamento sistemico con corticosteroidi ( dose di Prednisone maggiore o uguale a 10 mg o equivalente al giorno ) o altri medicinali immunosoppressivi;

- pazienti sottoposti a precedente terapia per il melanoma ( ad eccezione dei pazienti sottoposti a chirurgia, radioterapia adiuvante dopo resezione neurochirurgica di lesioni del sistema nervoso centrale e precedente trattamento adiuvante con Interferone completato un numero di mesi maggiore o uguale a 6 prima della randomizzazione );

- pazienti sottoposti a precedente terapia con anti-PD-1, anti-PD-L1, anti-PD-L2, anti-CD137, o anticorpi anti CTLA-4 ( incluso Ipilimumab o qualsiasi altro anticorpo o farmaco che specificatamente ha come target la co-stimolazione delle cellule T o le pathway dei checkpoint );

- soggetti di età inferiore a 18 anni.

In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule

Dagli studi clinici nel tumore al polmone non-a-piccole cellule sono stati esclusi i pazienti con un performance status al basale maggiore o uguale a 2, metastasi cerebrali attive o malattia autoimmune, malattia polmonare interstiziale sintomatica, e pazienti che avevano ricevuto un immunosoppressore per via sistemica prima di entrare nello studio.
In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni e dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

I medici devono tenere in considerazione l'insorgenza ritardata dell'effetto di Nivolumab prima di iniziare il trattamento nei pazienti con fattori prognostici più sfavorevoli e/o malattia aggressiva.

Nel tumore al polmone non-a-piccole cellule non-squamoso è stato osservato un maggior numero di decessi entro 3 mesi nel gruppo Nivolumab rispetto al gruppo Docetaxel. Ai decessi precoci erano associati fattori prognostici più sfavorevoli e/o maggiore aggressività della malattia unitamente ad una bassa o assente espressione tumorale del PD-L1.

Carcinoma a cellule renali

Dallo studio clinico registrativo nel tumore a cellule renali ( RCC ) sono stati esclusi i pazienti con storia di metastasi cerebrali o con metastasi cerebrali concomitanti, malattia autoimmune attiva, o pazienti affetti da condizioni mediche che richiedevano una immunosoppressione sistemica.
In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni e dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

Linfoma di Hodgkin classico

Dagli studi clinici nel linfoma di Hodgkin classico ( cHL ) sono stati esclusi i pazienti con malattia autoimmune attiva e malattia polmonare interstiziale sintomatica.
In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

Complicanze del trapianto di cellule staminali emopoietiche allogenico nel linfoma di Hodgkin classico

Risultati preliminari derivanti dal follow-up di pazienti con linfoma di Hodgkin classico ( cHL ) sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) allogenico, dopo una precedente esposizione a Nivolumab, hanno mostrato un numero più alto del previsto di casi di malattia acuta del trapianto verso l'ospite ( GVHD ) e di mortalità correlata al trapianto ( TRM ).
Fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati, deve essere effettuata, caso per caso, un'attenta valutazione dei potenziali benefici del trapianto HSCT e del possibile aumento del rischio di complicanze correlate al trapianto.
Nella fase successiva all’immissione in commercio sono stati segnalati casi di malattia acuta del trapianto verso l'ospite ad insorgenza rapida e severa, alcuni con esito fatale, nei pazienti trattati con Nivolumab dopo trapianto HSCT allogenico. Il trattamento con Nivolumab può aumentare il rischio di malattia acuta del trapianto verso l'ospite grave e di morte nei pazienti che siano stati precedentemente sottoposti a trapianto allogenico HSCT, principalmente in quelli che abbiano avuto una precedente storia di malattia acuta del trapianto verso l'ospite. In questi pazienti deve essere tenuto in considerazione il beneficio del trattamento con Nivolumab rispetto al possibile rischio.

Carcinoma della testa e del collo

Dallo studio clinico nel carcinoma del testa-collo ( SCCHN ) sono stati esclusi i pazienti con un performance status al basale maggiore o uguale a 2, metastasi cerebrali o leptomeningee attive, malattia autoimmune attiva, condizioni mediche che richiedevano immunosoppressione sistemica, o carcinoma del nasofaringe o delle ghiandole salivari come siti del tumore primario.
In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.
I medici devono tenere in considerazione l'insorgenza ritardata dell'effetto di Nivolumab prima di iniziare il trattamento nei pazienti con fattori prognostici più sfavorevoli e/o malattia aggressiva. Nel carcinoma della testa e del collo è stato osservato un maggior numero di decessi entro 3 mesi nel gruppo Nivolumab rispetto al gruppo Docetaxel. Fattori associati ai decessi precoci erano il performance status ECOG, malattia in rapida progressione durante precedente terapia a base di Platino ed elevato carico tumorale.

Carcinoma uroteliale

Dagli studi clinici nel carcinoma uroteliale sono stati esclusi i pazienti con un performance status al basale maggiore o uguale a 2, metastasi cerebrali attive o metastasi leptomeningee, malattia autoimmune attiva, o pazienti affetti da condizioni mediche che richiedevano una immunosoppressione sistemica.
In assenza di dati, Nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni e dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio / rischio.

B) Interazioni con altri medicinali ed altre forme d'interazione

Nivolumab è un anticorpo monoclonale umano, pertanto non sono stati condotti studi di interazioni farmacocinetiche. Poiché gli anticorpi monoclonali non sono metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450 ( CYP ) o da altri enzimi che metabolizzano i farmaci, non si prevede che l'inibizione o l'induzione di questi enzimi da parte dei medicinali co-somministrati influisca sulla farmacocinetica di Nivolumab.

Altre forme di interazione

Immunosoppressione sistemica - L'utilizzo di corticosteroidi sistemici e di altri immunosoppressori al basale, prima di iniziare Nivolumab, deve essere evitato a causa della loro potenziale interferenza con l'attività farmacodinamica. Tuttavia, i corticosteroidi sistemici ed altri immunosoppressori possono essere utilizzati dopo aver iniziato Nivolumab per trattare le reazioni avverse immuno-correlate. I risultati preliminari hanno mostrato che l'immunosoppressione sistemica dopo l'inizio del trattamento con Nivolumab non sembra precludere la risposta a Nivolumab.

C) Fertilità, gravidanza e allattamento

Gravidanza

Non vi sono dati relativi all'uso di Nivolumab in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità embriofetale. È noto che l'IgG4 umana attraversa la barriera placentale e nivolumab è un'IgG4; pertanto, Nivolumab può essere trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo. Nivolumab non è raccomandato durante la gravidanza o in donne in età fertile che non usano misure contraccettive efficaci, a meno che il beneficio clinico non sia superiore al potenziale rischio. Devono essere usate misure contraccettive efficaci per almeno 5 mesi dopo l'ultima dose di Nivolumab.

Allattamento

Non è noto se Nivolumab sia escreto nel latte materno. Poiché molti medicinali, inclusi gli anticorpi, possono essere escreti nel latte umano, un rischio per i neonati / lattanti non può essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento con latte materno o interrompere la terapia con Nivolumab tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.

Fertilità

Non sono stati condotti studi per valutare l'effetto di Nivolumab sulla fertilità. Pertanto, non è noto l'effetto di Nivolumab sulla fertilità maschile e femminile. ( Xagena2024 )

Fonte: EMA, 2024

Dermo2024 Pneumo2024 Nefro2024 Uro2024 Emo2024 Neuro2024 Oto2024 Onco2024 Farma2024



Indietro

Altri articoli

È stato dimostrato che alcuni fattori riproduttivi ( come l'età al menarca e la parità ) sono associati all'età alla...


La preservazione della fertilità è diventata una preoccupazione crescente nelle giovani donne affette da linfoma di Hodgkin ( HL )....


Il trattamento che risparmia la fertilità nelle pazienti con tumore della cervice dovrebbe, in linea di principio, seguire algoritmi identici...


Tra le donne con infertilità, quelle che usano il Progesterone possono avere un rischio maggiore di sviluppare il cancro alla...


Il tumore al seno ( BC ) è l'indicazione più comune per la preservazione della fertilità ( FP ) nelle...


Ulipristal acetato, il principio attivo di ellaOne, è un modulatore selettivo sintetico del recettore del progesterone, attivo per via orale,...


È stata descritta la percezione del rischio di infertilità tra i sopravvissuti adulti a tumore infantile, è stata esaminata la...


Si presume che il genere, probabilmente a causa dell'influenza degli ormoni gonadici, svolga un ruolo nella patogenesi della sclerosi multipla. E'...


Uno studio ha verificato se il numero di fibromi rimossi durante la miomectomia per sollievo sintomatico influisca sugli esiti della...