Infliximab riduce i ricoveri ospedalieri, gli interventi chirurgici e le procedure mediche nella malattia di Crohn fistolizzante


Infliximab ( Remicade ) è efficace nella chiusura delle fistole nei pazienti affetti da malattia di Crohn.

Ricercatori della University of Pennsylvania School of Medicine di Philadelphia hanno valutato l’effetto di un trattamento di mantenimento con Infliximab sull’ospedalizzazione, sugli interventi chirurgici e sulle procedure nei pazienti con malattia di Crohn fistolizzante arruolati nello studio di fase II ACCENT.

Dopo trattamento con Infiximab ( 5mg/kg di peso corporeo ) alle settimane 0, 2 e 6, un totale di 282 pazienti, alla 14.ma settimana, sono stati sottoposti, in modo random, come responder ( una riduzione di almeno il 50% dal basale del numero di fistole drenanti alla 10a e 14a settimana ) o come non-responder, a placebo o ad Infliximab( 5mg/kg ) come mantenimento ogni 8 settimane.

Alla 22a settimana e più, i pazienti che non rispondevano più al trattamento avrebbero potuto essere trattati con una dose di mantenimento più elevata di 5mg/kg.

Un totale di 282 pazienti sono stati randomizzati alla 14.ma settimana e, di questi, 195 erano responder.

Tra i pazienti randomizzati come responder, quelli che avevano ricevuto un trattamento di mantenimento con Infliximab hanno presentato un minor numero medio di giorni di ospedalizzazione ( 0.5 versus 2.5 giorni; p < 0.05 ), hanno avuto un minor numero medio di ricoveri ( 11% versus 31%; p < 0.05 ), di interventi chirurgici e di procedure ( 65 versus 126; p < 0.05 ), di interventi chirurgici e procedure con ricovero ( 7 versus 41; p < 0.01 ) e di interventi chirurgici maggiori ( 2 versus 11; p < 0.05 ), rispetto a coloro che hanno ricevuto placebo.

Nei pazienti con malattia di Crohn fistolizzante, il trattamento con 5mg/kg di Infliximab, ogni 8 settimane, è stato in grado di ridurre i ricoveri ospedalieri, gli interventi chirurgici e le procedure mediche rispetto al placebo.( Xagena2005 )

Lichtestein GR et al, Gastroenterology 2005; 128: 862

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