Efficacia dell’associazione Natalizumab ed Interferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante


L’Interferone-beta è impiegato con l’obiettivo di modificare il decorso della sclerosi multipla recidivante.
Tuttavia, nonostante il trattamento con Interferone-beta, molti pazienti vanno incontro a recidive.
Studi preliminari hanno dimostrato che il Natalizumab ( Tysabri ), un antagonista dell’integrina alfa-4, appare sicuro ed efficace sia da solo che in associazione all’Interferone beta-1a ( Avonex ).

I Ricercatori dello studio SENTINEL hanno assegnato in modo casuale 1171 pazienti che nonostante la terapia con Interferone beta-1a avevano avuto almeno una recidiva prima della randomizzazione, a ricevere Interferone beta-1a in associazione a 300mg di Natalizumab ( 589 pazienti ) oppure placebo ( 582 pazienti ) per via endovenosa, ogni 4 settimane per 16 settimane.

Gli end point primari erano rappresentati dalla percentuale di recidiva clinica ad 1 anno e dalla probabilità cumulativa di progressione della disabilità sostenuta per 12 settimane, come misurato dalla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ).

La terapia di combinazione ha comportato una riduzione del 24% del rischio relativo di progressione sostenuta della disabilità ( hazard ratio, HR = 0.76; p = 0.02 ).

Le stime secondo Kaplan-Meier di probabilità comulativa di progressione a 2 anni sono state del 23% con la terapia di combinazione e del 29% con il solo Interferone beta-1a.

La terapia di combinazione era associata ad una più bassa percentuale annualizzata di recidiva nell’arco di 2 anni rispetto al solo Interferone beta-1a ( 0.34 versus 0.75; p < 0.001 ) e con un numero minore di nuove o allargate lesioni alla risonanza magnetica per immagini pesate in T2 ( 0.9 versus 5.4; p < 0.001 ).

Eventi avversi associati alla terapia di combinazione sono stati: ansia, faringite, congestione sinusale ed edema periferico.
Due casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva, uno dei quali è risultato fatale, sono stati diagnosticati tra i pazienti trattati con Natalizumab.

I dati dello studio hanno indicato che il Natalizumab aggiunto all’Interferone beta-1a è risultato significativamente più efficace del solo Interferone beta-1a nei pazienti con sclerosi multipla recidivante. ( Xagena2006 )

Rudick RA et al, N Engl J Med 2006; 354: 911-923


Neuro2006 Farma2006


Indietro

Altri articoli

Rimane non ben definito se il salasso da solo possa mantenere adeguatamente l’ematocrito target nei pazienti con policitemia vera (...


La granulomatosi linfomatoide è una rara malattia linfoproliferativa a cellule B associata al virus di Epstein-Barr ( EBV ) con...



Sono state valutate l'efficacia e la sicurezza dell'anticorpo del recettore dell'interferone di tipo I, Anifrolumab ( Saphnelo ), nei pazienti...


Sono state caratterizzate l'efficacia e la sicurezza di Anifrolumab ( Saphnelo ) nei pazienti con lupus eritematoso sistemico ( SLE...


Gli agenti antivirali ad azione diretta ( DAA ) hanno modificato la gestione dell'infezione da virus dell'epatite C ( HCV...


Ad oggi, solo gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato di essere efficaci per i pazienti ambulatoriali con COVID-19. L'Interferone lambda-1 è...


La sindrome respiratoria acuta grave da infezione da coronavirus 2 ( SARS-CoV-2 ) comporta un rischio sostanziale di malattia grave...


La compromissione funzionale dell'Interferone, un componente antivirale naturale del sistema immunitario, è associata alla patogenesi e alla gravità della COVID-19....


L'eritema multiforme persistente ( PEM ) è poco conosciuto e manca di terapie efficaci diverse dai glucocorticoidi. È stato condotto uno...