Interferone beta-1b nella sclerosi multipla
L'Interferone beta-1b ( Betaferon, Betaseron ) trova impiego come terapia modificante la malattia nella sclerosi multipla da molti anni.
Sebbene il suo meccanismo d'azione nella sclerosi multipla non sia stato completamente chiarito, sembra coinvolgere effetti immunomodulatori mediati da interazioni con recettori specifici.
Studi clinici randomizzati, multicentrici, di grandi dimensioni, della durata di 2-3.5 anni, hanno dimostrato l'efficacia dell'Interferone beta-1b 250 mcg per via sottocutanea a giorni alterni nei pazienti con un primo evento clinico caratteristico di sclerosi multipla ( cioè in quelli con sindrome clinicamente isolata ) e in quelli con sclerosi multipla recidivante-remittente.
In termini di efficacia sugli endpoint primari ( o co-primari ), l'Interferone beta-1b ha ridotto significativamente il rischio di sviluppare sclerosi multipla clinicamente definita rispetto al placebo nei pazienti con sindrome clinicamente isolata nello studio BENEFIT.
Nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, l'Interferone beta-1b è risultato associato ad un tasso significativamente più basso di recidiva annuale e ad una percentuale significativamente maggiore di pazienti liberi da recidiva rispetto al placebo in uno studio condotto dall’Interferon-beta MS Study Group.
Lo studio INCOMIN, condotto su pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, ha mostrato un'attività migliore dell'Interferone beta-1b rispetto all'Interferone beta-1a per via intramuscolare in termini di percentuale di pazienti liberi da recidive e progressione e percentuale di pazienti senza nuove lesioni documentate alla risonanza magnetica.
Altri studi di confronto attivi sulla sclerosi multipla recidivante-remittente si sono basati su diversi endpoint primari ( o co-primari ) e non hanno mostrato differenze significative tra Interferone beta-1b e Glatiramer acetato per via sottocutanea ( studi BECOME e BEYOND ) o Interferone beta-1a per via sottocutanea ( studio Danish MS Group ), per questi endpoint.
Nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva, l’European Study Group ha dimostrato che l'Interferone beta-1b ha migliorato in modo significativo il tempo di progressione della malattia confermata rispetto al placebo, sebbene non vi fosse una significativa differenza tra i gruppi per l'endpoint primario in uno studio simile condotto dal North American Study Group.
Gli eventi avversi più frequentemente riportati con l’Interferone beta-1b sono stati sintomi simil-influenzali e reazioni locali, di solito gestibili.
L'incidenza di questi eventi avversi diminuiva in genere notevolmente dopo il primo anno di trattamento.
La linfopenia è stata l'anomalia più frequentemente riscontrata nelle analisi di laboratorio e si è verificata nella maggior parte dei pazienti.
La depressione, i pensieri suicidi e la necrosi a livello del sito di iniezione sono stati gli eventi avversi più gravi segnalati con Interferone beta-1b.
I dati sulla sicurezza a lungo termine nel corso di un follow-up di 16 anni non hanno mostrato alcun evento avverso inatteso tra i pazienti trattati con Interferone beta-1b.
In conclusione, l'Interferone beta-1b è una terapia di prima linea modificante la malattia, ben definita, che ha dimostrato efficacia in studi clinici nella sclerosi multipla emergente, nella sclerosi multipla recidivante-remittente e nella sclerosi multipla secondaria progressiva con ricadute sovrapposte, e ha un profilo generale di tollerabilità gestibile, senza alcun evento avverso inatteso dopo molti anni di follow-up. ( Xagena2011 )
Plosker GL,CNS Drugs 2011; 25: 67-88
Farma2011 Neuro2011
Indietro
Altri articoli
Ropeginterferone rispetto alla terapia standard per i pazienti a basso rischio con policitemia vera
Rimane non ben definito se il salasso da solo possa mantenere adeguatamente l’ematocrito target nei pazienti con policitemia vera (...
Interferone alfa-2b nei pazienti con granulomatosi linfomatoide di basso grado e chemioterapia con DA-EPOCH-R nei pazienti con granulomatosi linfomatoide di alto grado
La granulomatosi linfomatoide è una rara malattia linfoproliferativa a cellule B associata al virus di Epstein-Barr ( EBV ) con...
Carico sintomatico e qualità di vita nei pazienti con trombocitemia essenziale e policitemia vera ad alto rischio trattati con Idrossiurea o Interferone alfa-2a pegilato: un'analisi post-hoc degli studi MPN-RC 111 e 112
I pazienti con trombocitemia essenziale o policitemia vera presentano diversi sintomi che possono peggiorare la loro qualità di vita. E'...
Inibitore dell'interferone di tipo I Anifrolumab nei pazienti con nefrite lupica attiva
Sono state valutate l'efficacia e la sicurezza dell'anticorpo del recettore dell'interferone di tipo I, Anifrolumab ( Saphnelo ), nei pazienti...
Efficacia e sicurezza di Anifrolumab in base alla firma genetica dell'interferone di tipo I e sottogruppi clinici nei pazienti con lupus eritematoso sistemico
Sono state caratterizzate l'efficacia e la sicurezza di Anifrolumab ( Saphnelo ) nei pazienti con lupus eritematoso sistemico ( SLE...
Recidiva di vasculite crioglobulinemica da virus dell'epatite C dopo risposta virale sostenuta e dopo trattamento con antivirali ad azione diretta privi di Interferone
Gli agenti antivirali ad azione diretta ( DAA ) hanno modificato la gestione dell'infezione da virus dell'epatite C ( HCV...
Peginterferone lambda per il trattamento dei pazienti ambulatoriali con COVID-19
Ad oggi, solo gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato di essere efficaci per i pazienti ambulatoriali con COVID-19. L'Interferone lambda-1 è...
Sicurezza ed efficacia dell'Interferone beta-1a nebulizzato SNG001 per inalazione per il trattamento dell'infezione da SARS-CoV-2
La sindrome respiratoria acuta grave da infezione da coronavirus 2 ( SARS-CoV-2 ) comporta un rischio sostanziale di malattia grave...
Efficacia dell'Interferone beta-1a più Remdesivir rispetto al solo Remdesivir negli adulti ospedalizzati con COVID-19
La compromissione funzionale dell'Interferone, un componente antivirale naturale del sistema immunitario, è associata alla patogenesi e alla gravità della COVID-19....
Trattamento dell'eritema multiforme persistente con inibizione della Janus chinasi e ruolo dell'interferone gamma e dell'interleuchina 15 nella sua patogenesi
L'eritema multiforme persistente ( PEM ) è poco conosciuto e manca di terapie efficaci diverse dai glucocorticoidi. È stato condotto uno...