Interferone beta per la sclerosi multipla secondaria progressiva


La terapia con interferoni ricombinanti beta-1a o beta-1b è approvata a livello mondiale per la sclerosi multipla recidivante-remittente, ma resta ancora da chiarire se questo trattamento sia in grado di revertire o ritardare in modo sicuro la fase progressiva della malattia.

È stata condotta una revisione sistematica della letteratura per verificare se il trattamento con Interferone nella sclerosi multipla secondaria progressiva fosse più efficace del placebo nel ridurre il numero di pazienti che vanno incontro a progressione della malattia.

Sono stati inclusi tutti gli studi randomizzati, in doppio o singolo cieco, placebo-controllati che valutavano l’efficacia di trattamento con un interferone versus placebo in pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva.

Sono stati identificati 5 studi randomizzati e controllati che soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 3122 ( 1829 Interferone e 1293 placebo ) pazienti trattati che hanno contribuito all’analisi.

La popolazione inclusa si è rivelata eterogenea in termini di caratteristiche cliniche basali della malattia, in particolare la percentuale di pazienti affetti da progressione secondaria con recidiva superimposta tra il 72% e il 44%.

Il trattamento con Interferone beta-1a ( Avonex, Rebif ) e Interferone beta-1b ( Betaferon ) non ha ridotto il rischio di progressione sostenuta a 6 mesi ( RR=0.98 ) dopo 3 anni di trattamento.

È stata osservata una diminuzione significativa del rischio di progressione sostenuta a 3 mesi ( RR=0.88 ) e del rischio di sviluppare nuove recidive a 3 anni ( RR=0.91 ).

Il rischio di sviluppare nuove lesioni cerebrali attive è diminuito nel tempo, ma questo dato è stato ottenuto da studi singoli di risonanza magnetica, effettuati in sottogruppi di pazienti; malgrado l’assenza di effetto sulla progressione, i dati radiologici sono a sostegno di un effetto sui parametri di risonanza magnetica.

Il profilo di sicurezza riflette i dati comunemente riportati nei pazienti con sclerosi multipla trattati con interferone.

In conclusione, in questa revisione sono stati inclusi studi randomizzati e controllati ben disegnati e che hanno valutato un alto numero di pazienti.
Il trattamento con Interferone-beta ricombinante non previene lo sviluppo di disabilità fisica permanente in pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva.
Non è stato possibile verificare l’effetto del trattamento sulla funzione cognitiva per mancanza di dati.
Il trattamento riduce significativamente il rischio di recidiva e di disabilità legata alla recidiva a breve termine.
In generale, questi risultati hanno mostrato che l’effetto antinfiammatorio dell’Interferone non riesce a ritardare la progressione. ( Xagena2012 )

La Mantia L et al, Cochrane Database of Systematic Reviews 2012, Issue 1. Art. No: CD005181


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