Somministrazione intracoronarica versus intravenosa di Abciximab in pazienti con infarto STEMI sottoposti a intervento coronarico percutaneo con aspirazione del trombo
La somministrazione dell'inibitore della glicoproteina IIb/IIIa Abciximab ( ReoPro ) è un'efficace strategia di trattamento aggiuntiva durante l'intervento coronarico percutaneo ( PCI ) per infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ).
Benché studi di piccole dimensioni abbiano suggerito effetti benefici della somministrazione intracoronarica su quella intravenosa di Abciximab, questo risultato non è stato verificato in studi clinici randomizzati di media dimensione.
Uno studio ha coinvolto 534 pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST sottoposti a intervento coronarico percutaneo con aspirazione del trombo entro 12 ore dall'insorgenza dei sintomi.
I pazienti sono stati randomizzati a bolo intracoronarico o intravenoso di Abciximab ( 0.25 mg/kg ) ed erano stati pre-trattati con Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), Eparina e Clopidogrel ( Plavix ).
L'endpoint primario era rappresentato dall'incidenza di una recuperata riperfusione miocardica, definita come completa risoluzione del tratto ST, mentre quelli secondari includevano riperfusione miocardica valutata in base a grado di blush miocardico, dimensione enzimatica dell'infarto ed eventi avversi cardiaci maggiori a 30 giorni.
L'incidenza di completa risoluzione del tratto ST è risultata simile nei gruppi somministrazione intracoronarica e intravenosa ( 64% versus 62%; P=0.562 ), tuttavia, l'incidenza di blush miocardico di grado 2/3 è risultata maggiore nel gruppo somministrazione intracoronarica che in quello somministrazione intravenosa ( 76% versus 67%; P=0.022 ).
Inoltre la dimensione enzimatica dell'infarto è risultata inferiore nel gruppo intracoronarico che in quello intravenoso ( P=0.008 ) e l'incidenza di eventi avversi cardiaci maggiori è risultata simile nei 2 gruppi ( 5.5% versus 6.1%; P=0.786 ).
In conclusione, nei pazienti con infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST sottoposti a intervento coronarico percutaneo primario con aspirazione del trombo, la somministrazione intracoronarica di Abciximab rispetto a quella intravenosa non migliora la riperfusione miocardica sulla base della valutazione della risoluzione del tratto ST, tuttavia la somministrazione intracoronarica è associata a un miglioramento della riperfusione miocardica in base al grado di blush miocardico e a una ridotta dimensione enzimatica dell'infarto. ( Xagena2010 )
Gu YL et al, Circulation 2010; 122: 2709-2717
Farma2010 Cardio2010
Indietro
Altri articoli
Bivalirudina versus Eparina durante intervento coronarico percutaneo nell’infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST
Il profilo beneficio-rischio della Bivalirudina ( Angiox ) rispetto alla terapia anticoagulante con Eparina nei pazienti con infarto miocardico senza...
Guida con tomografia a coerenza ottica o angiografia per intervento coronarico percutaneo nelle lesioni complesse della biforcazione
L'intervento coronarico percutaneo ( PCI ) guidato dall'imaging è associato a esiti clinici migliori rispetto all’intervento coronarico percutaneo guidato dall'angiografia....
Intervento coronarico percutaneo completo o solo della lesione colpevole nei pazienti anziani con infarto miocardico
Il beneficio della rivascolarizzazione completa nei pazienti più anziani ( 75 anni di età e oltre ) con infarto miocardico...
STREAM-2: Tenecteplase a mezza dose o intervento coronarico percutaneo primario nei pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST
Le linee guida per l'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) raccomandano un trattamento farmaco-invasivo se l'intervento...
Doppia terapia antipiastrinica dopo intervento coronarico percutaneo: stent in polimero biodegradabile o durevole nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento
Sono disponibili informazioni limitate sull’efficacia comparativa e sulla sicurezza delle diverse piattaforme di stent nei pazienti ad alto rischio di...
Terapia con riduzione della dose di Prasugrel dopo intervento coronarico percutaneo complesso nei pazienti con sindrome coronarica acuta: analisi post hoc dello studio HOST-REDUCE-POLYTECH-ACS
La de-escalation della doppia terapia antipiastrinica attraverso la riduzione della dose di Prasugrel ( Efient ) ha migliorato gli eventi...
Apixaban o Warfarin e Aspirina o placebo dopo sindrome coronarica acuta o intervento coronarico percutaneo nei pazienti con fibrillazione atriale e precedente ictus: analisi post hoc dello studio AUGUSTUS
I dati sono limitati per quanto riguarda il rischio di eventi ischemici cerebrovascolari e sanguinamento maggiore nei pazienti con fibrillazione...
Effetti a lungo termine della monoterapia con inibitore P2Y12 dopo intervento coronarico percutaneo: follow-up a 3 anni dello studio clinico SMART-CHOICE
Sebbene la monoterapia con inibitore P2Y12 dopo un periodo minimo di doppia terapia antipiastrinica ( DAPT ) sia un modo...
Bivalirudina più un'infusione ad alte dosi rispetto alla monoterapia con Eparina nei pazienti con infarto miocardico STEMI sottoposti a intervento coronarico percutaneo primario
Precedenti studi randomizzati di Bivalirudina ( Angiox ) versus Eparina nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST...
Associazione tra bypass coronarico e intervento coronarico percutaneo con declino della memoria negli anziani sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Non è chiaro se il bypass coronarico ( CABG ) sia associato a declino cognitivo negli anziani rispetto a un...