Utilità del livello di colesterolo HDL come predittore indipendente di mortalità a 1 anno dopo intervento coronarico percutaneo


Bassi livelli di colesterolo HDL rappresentano un marcatore di progressione della coronaropatia e sono associati a eventi cardiovascolari; tuttavia non è noto se un basso livello di colesterolo HDL sia un indicatore prognostico utile dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ).

E’ stata valutata in un campione di 4.088 pazienti sottoposti a intervento PCI, la mortalità a 1 anno e la rivascolarizzazione ripetuta come una funzione dei livelli basali di colesterolo HDL raggruppati nei quartili molto basso ( inferiore a 35 mg/dl ), basso ( da 35 a 40 mg/dl ), medio ( da 41 a 47 mg/dl ) e alto ( da 48 a 120 mg/dl ).

Livelli decrescenti di colesterolo HDL sono risultati associati a età più giovane, genere maschile, abitudine al fumo, diabete mellito e a una storia di chirurgia per bypass ( p
La mortalità a 1 anno e la rivascolarizzazione coronarica sono risultate significativamente più alte nel quartile con colesterolo HDL molto basso rispetto agli altri gruppi ( colesterolo HDL molto basso 6.5% e 25.4%, rispettivamente; colesterolo HDL basso 3.1% e 20.8%; colesterolo HDL medio 4.3% e 22.7%; colesterolo HDL alto 3.1% e 20.6%; p=0.0001 e p=0.007 ).

La mortalità a 1 anno è risultata significativamente più alta negli uomini con un livello di colesterolo HDL inferiore a 33 mg/dL e nelle donne con un livello di colesterolo HDL minore di 38 mg/dL.

All’analisi multivariata, livelli molto bassi di colesterolo HDL sono risultati associati a un rischio circa doppio di morte dopo aggiustamento per altri predittori di esito indipendenti.

In conclusione, nei pazienti con malattia coronarica, sottoposti a intervento coronarico percutaneo, un livello basale di colesterolo HDL inferiore a 35 mg/dl rappresenta un importante indicatore prognostico.
Livelli basali di colesterolo HDL minori di 33 mg/dl per gli uomini e di 38 mg/dl per le donne sono risultati associati a una più elevata mortalità a 1 anno dopo PCI. ( Xagena2009 )

Ghazzal ZB et al, Am J Cardiol 2009; 103: 902-906


Cardio2009


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