L'uso terapeutico della Creatina nell’ischemia cerebrale e cardiaca
La Creatina è essenziale per salvaguardare i livelli di ATP e per il passaggio di ATP dal sito di produzione ( i mitocondri ) alle regioni citoplasmatiche dove viene utilizzata.
Inoltre, ha effetti non-correlati al metabolismo energetico, come la proprietà di neutralizzare i radicali liberi, la azione antiapoptotica, e la protezione contro la eccitotossicità.
Sono stati studiati i composti derivati dalla Creatina ( estere benzilico della Creatina e complesso Fosfo-Creatina-Magnesio ), che riproducono gli effetti neuroprotettivi della Creatina, ma associati a un migliore attraversamento della membrana plasmatica neuronale e, forse, della barriera emato-encefalica.
I livelli intracellulari di Creatina possono essere aumentati mediante incubazione con Creatina o alcuni dei suoi derivati, e questo aumento è protettivo nei confronti di danni da anossia o ischemici.
Diverse evidenze sperimentali hanno mostrato che il pretrattamento con Creatina è in grado di ridurre il danno indotto da ischemia o anossia sia a livello cardiaco sia a livello cerebrale, e che tale trattamento può anche essere utile dopo ictus o infarto del miocardio.
La Creatina è stata somministrata a pazienti affetti da varie malattie neurologiche, ma non è mai stata valutata nella ischemia cerebrale negli esseri umani.
La Fosfocreatina è stata somministrata nei pazienti dopo infarto miocardico, dove ha dimostrato di essere sicura e probabilmente utile. ( Xagena2011 )
Perasso L et al, Med Res Rev 2011; Epub ahead of print
Cardio2011 Neuro2011 Farma2011
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