Inibitori della aromatasi: Anastrozolo, Letrozolo ed Exemestane nel trattamento del tumore alla mammella in fase precoce


La terapia ormonale delle pazienti con tumore al seno ormono-sensibile in fase precoce per molti decenni si è basata soprattutto sul Tamoxifene ( Nolvadex ), il gold standard.

Poi sono stati sviluppati gli inibitori dell’aromatasi di terza generazione, Anastrozolo ( Arimidex ), Letrozolo ( Femara ) ed Exemestane ( Aromasin ), con indicazione per la malattia avanzata; grazie all’efficacia e al favorevole profilo di tossicità questi farmaci hanno trovato, in seguito, impiego nel tumore mammario in fase precoce.

Risultati recenti hanno mostrato la superiorità degli inibitori dell’aromatasi di terza generazione rispetto al Tamoxifene.

Ulteriori studi clinici hanno valutato gli inibitori dell’aromatasi utilizzando quattro diversi approcci terapeutici:

(1) strategia upfront: randomizzazione dei pazienti di nuova diagnosi: Tamoxifene per 5 anni verso inibitori dell’aromatasi per 5 anni;

(2) strategia sequenziale: randomizzazione dei pazienti di nuova diagnosi: Tamoxifene ( 2-3 anni ) seguito da inibitori dell’aromatasi o viceversa per un totale di 5 anni verso inibitori dell’aromatasi sin dall’inizio per 5 anni;

(3) strategia di cambio: randomizzazione ritardata ( o analisi ) dopo 2-3 anni di Tamoxifene ( pazienti liberi da malattia ): 2-3 anni di Tamoxifene verso 2-3 anni di inibitori dell’aromatasi ( trattamento totale 5 anni );

(4) strategia estesa: randomizzazione ritardata dopo 5 anni di Tamoxifene ( pazienti liberi da malattia ): 2-5 anni di inibitori dell’aromatasi verso placebo.

In totale, gli inibitori dell’aromatasi hanno mostrato di essere superiori rispetto al Tamoxifene negli schemi adiuvanti con una più alta efficacia e un migliore profilo di tossicità.

Nonostante alcune caratteristiche comuni, un corpo di evidenze ha indicato alcune differenze specifiche tra i tre inibitori dell’aromatasi per quanto riguarda il meccanismo d’azione, la farmacocinetica e i profili di efficacia e di tossicità. Di conseguenza questi agenti ormonali potrebbero non essere intercambiabili nella pratica clilnica. ( Xagena2009 )

Nabholtz JM et al, Expert Opin Pharmacother 2009; 10:1435-1447


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