Valproato e Acido Retinoico in combinazione con Decitabina nei pazienti anziani non-in-buona forma fisica con leucemia mieloide acuta


Gli agenti ipometilanti del DNA sono studiati in combinazione con altri farmaci epigenetici, come gli inibitori dell'istone deacetilasi o gli induttori di differenziazione, per esempio retinoidi, nelle neoplasie mieloidi.

È stato condotto uno studio randomizzato di fase II per studiare gli effetti dell’inibitore dell'istone deacetilasi Valproato e dell’Acido Retinoico tutto trans ( ATRA ) nei pazienti anziani naive-al-trattamento con leucemia mieloide acuta ( AML ).

In tutto 200 pazienti con età media di 76 anni non-idonei alla chemioterapia di induzione hanno ricevuto Decitabina ( 20 mg/m2 per via endovenosa, giorni da 1 a 5 ) da sola ( n=47 ) o in combinazione con Valproato ( n=57 ), ATRA ( n=46 ) o Valproato + ATRA ( n=50 ).

L'endpoint primario era la risposta obiettiva, definita come remissione completa e parziale, testata a un livello di significatività unilaterale di alfa=0.10.
Gli endpoint secondari chiave erano la sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera da eventi, la sopravvivenza libera da progressione e la sicurezza.

L'aggiunta di ATRA ha comportato un tasso di remissione più elevato ( 21.9% con ATRA versus 13.5% senza ATRA; odds ratio, OR=1.80; P unilaterale=0.06 ).

Per il Valproato non è stato osservato alcun effetto (17.8% con Valproato vs 17.2% senza Valproato; odds ratio, 1.06; P unilaterale=0.44 ).

La sopravvivenza globale mediana è stata di 8.2 mesi con ATRA versus 5.1 mesi senza ATRA (hazard ratio, 0.65; P bilaterale=0.006). Una sopravvivenza migliore è stata osservata in tutti i gruppi a rischio, compresi i pazienti con citogenetica avversa, ed è stata associata a una durata della risposta più lunga.

Con Valproato non è stata osservata alcuna differenza di sopravvivenza. Le tossicità sono state prevalentemente ematologiche, senza differenze rilevanti tra i 4 bracci.

L'aggiunta di ATRA alla Decitabina ha comportato un tasso di remissione più elevato e un'estensione della sopravvivenza clinicamente significativa in questi pazienti con malattia difficile da trattare, senza tossicità aggiunta. ( Xagena2020 )

Lübbert M et al, J Clin Oncol 2020; 38: 257-270

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