Altezza geneticamente determinata e malattia coronarica
La natura e i meccanismi di base di una associazione inversa tra altezza da adulti e rischio di malattia coronarica ( CAD ) non sono ben definiti.
È stato utilizzato un approccio genetico per indagare l'associazione tra altezza e coronaropatia, utilizzando 180 varianti genetiche associate all’altezza.
È stata testata l'associazione tra un cambiamento nella altezza geneticamente determinata di 1 SD ( 6.5 cm ) con il rischio di malattia coronarica in 65.066 casi e 128.383 controlli.
Utilizzando i dati di genotipo a livello individuale di 18.249 persone, è stato anche esaminato il rischio di malattia coronarica associato alla presenza di vari numeri di alleli associati all’altezza.
Per identificare i meccanismi putativi, si è analizzato se l’altezza geneticamente determinata era associata a noti fattori di
rischio cardiovascolare ed è stata eseguita una analisi di percorso dei geni associati all’altezza.
È stato osservato un incremento relativo del 13.5% ( P minore di 0.001 ) del rischio di malattia coronarica per diminuzione di 1 SD nella altezza geneticamente determinata. C'è stato un rapporto graduale tra la presenza di un maggiore numero di varianti di aumento dell’altezza e una riduzione del rischio di malattia coronarica ( odds ratio per il quartile di altezza 4 vs il quartile 1.0.74; P minore di 0.001 ).
Tra i 12 fattori di rischio studiati, sono state osservate associazioni significative solo con i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi ( rappresentando circa il 30% della associazione ).
Sono stati identificati diversi percorsi sovrapposti che hanno coinvolto geni associati con lo sviluppo e l'aterosclerosi.
In conclusione, esiste una associazione primaria tra l’altezza più bassa geneticamente determinata e un aumento del rischio di malattia coronarica, un collegamento spiegato in parte dall'associazione tra altezza bassa e profilo lipidico avverso.
Processi biologici condivisi che determinano l'altezza raggiunta e lo sviluppo dell’aterosclerosi possono spiegare alcune delle associazioni. ( Xagena2015 )
Nelson CP et al, N Engl J Med 2015;372:1608-1618
Cardio2015
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