Jakavi a base di Ruxolitinib nel trattamento della mielofibrosi, policitemia vera e della malattia acuta o cronica del trapianto contro l’ospite
Jakavi è un medicinale usato per il trattamento delle seguenti affezioni:
a) splenomegalia ( ingrossamento della milza ) o altri sintomi correlati come febbre, sudorazione notturna, dolore osseo e perdita di peso negli adulti affetti da mielofibrosi. La mielofibrosi è una malattia in cui il midollo osseo diventa molto denso e rigido, oltre a produrre cellule ematiche anomale e immature;
b) policitemia vera in pazienti adulti per i quali il medicinale Idrossicarbamide ( anche noto come Idrossiurea ) non è efficace o causa effetti indesiderati inaccettabili. La policitemia vera provoca una produzione eccessiva di globuli rossi, che può aumentare la viscosità del sangue con possibile formazione di coaguli, riducendone così l’afflusso agli organi;
c ) malattia acuta o cronica del trapianto contro l’ospite ( in cui le cellule trapiantate attaccano l’organismo ) nei pazienti di età pari o superiore a 12 anni sottoposti a trapianto e per i quali i corticosteroidi o altre terapie sistemiche ( trattamenti somministrati per via orale o per iniezione ) non sono risultati sufficientemente efficaci.
Jakavi contiene il principio attivo Ruxolitinib.
Jakavi è disponibile in compresse da assumere due volte al giorno. La dose raccomandata dipende dall’affezione.
In caso di comparsa di determinati effetti indesiderati è necessario ridurre la dose o interrompere il trattamento.
Il principio attivo di Jakavi, Ruxolitinib, agisce bloccando un gruppo di enzimi noti come Janus chinasi ( JAK ) che contribuiscono alla produzione e alla crescita delle cellule ematiche.
Nella mielofibrosi e nella policitemia vera vi è un’eccessiva attività delle JAK, con conseguente produzione anomala di cellule ematiche. Tali cellule migrano verso gli organi, tra cui la milza, causandone l’ingrossamento.
Le JAK contribuiscono anche allo sviluppo e all’attivazione di cellule ematiche che intervengono nella malattia del trapianto contro l’ospite. Bloccando le JAK Ruxolitinib riduce la produzione di cellule ematiche, alleviando in tal modo i sintomi delle malattie.
Mielofibrosi - Ruxolitinib è risultato più efficace del placebo e del miglior trattamento disponibile per la riduzione delle dimensioni della milza in due studi principali effettuati su 528 pazienti.
Nel primo studio l’obiettivo in termini di riduzione delle dimensioni della milza ( -35% dopo 6 mesi ) è stato raggiunto nel 42% dei pazienti trattati con Jakavi ( 65 su 155 ) rispetto a meno dell’1% dei pazienti ai quali era stato somministrato placebo ( 1 su 153 ).
Nel secondo studio l’obiettivo in termini di riduzione delle dimensioni della milza ( -35% dopo 1 anno ) è stato raggiunto nel 29% dei pazienti trattati con Jakavi ( 41 su 144 ) rispetto a nessuno dei 72 pazienti sottoposti al miglior trattamento disponibile ( sotto
forma di medicinali antitumorali, ormoni e immunosoppressori ).
Policitemia vera - Ruxolitinib ha migliorato la condizione dei pazienti in uno studio principale effettuato su 222 soggetti per i quali Idrossicarbamide non era efficace o aveva causato effetti indesiderati inaccettabili.
Era considerato un miglioramento il fatto di dover ricorrere a meno di una flebotomia ( intesa a rimuovere l’eccesso di sangue dall’organismo ) con una riduzione delle dimensioni della milza pari ad almeno il 35%. In tale studio, dopo 8 mesi di trattamento è migliorato il 21% ( 23 su 110 ) dei pazienti ai quali era stato somministrato Ruxolitinib, rispetto all’1% ( 1 su 112 ) dei pazienti sottoposti al miglior trattamento disponibile.
Malattia del trapianto contro l’ospite - Ruxolitinib è risultato efficace nel ridurre i sintomi della malattia del trapianto contro l’ospite ( acuta e cronica ) in 2 studi principali.
Il primo studio è stato condotto su 309 pazienti con malattia acuta del trapianto contro l’ospite in seguito a trapianto allogenico di cellule staminali ( ossia con cellule di un donatore ) nei quali la terapia corticosteroidea non era stata efficace.
Lo studio ha esaminato la percentuale di pazienti che presentavano sintomi attenuati ( risposta parziale ) o nessun segno di sintomi ( risposta completa ) dopo 4 settimane di terapia con Ruxolitinib o con il miglior trattamento disponibile per la loro malattia.
In questo studio il 62% dei pazienti ( 96 su 154 ) trattati con Jakavi ha manifestato una risposta completa o parziale, rispetto al 39% di quelli ( 61 su 155 ) sottoposti a un’altra terapia.
Il secondo studio è stato condotto su 329 pazienti con malattia cronica del trapianto contro l’ospite in seguito a trapianto allogenico di cellule staminali nei quali la terapia corticosteroidea non era stata efficace. In questo studio, dopo 24 settimane di trattamento, il 50% dei pazienti trattati con Ruxolitinib ( 82 su 165 ) ha manifestato una risposta completa o parziale rispetto al 26% ( 42 su 164 ) di quelli sottoposti al miglior trattamento disponibile per la loro malattia.
Eventi avversi - Nella mielofibrosi gli effetti indesiderati più comuni di Ruxolitinib ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono trombocitopenia, anemia, neutropenia, sanguinamento, lividura, ipertrigliceridemia, capogiro e aumento dei livelli di enzimi epatici.
Nella policitemia vera gli effetti indesiderati più comuni di Ruxolitinib ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono trombocitopenia, anemia, aumento ponderale, cefalea, capogiro, ipercolesterolemia e aumento dei livelli di enzimi epatici.
Nella malattia del trapianto contro l’ospite in forma acuta gli effetti indesiderati più comuni di Ruxolitinib ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono trombocitopenia, anemia, neutropenia, infezione da citomegalovirus, sepsi, infezioni del tratto urinario, ipercolesterolemia e aumento dei livelli di enzimi epatici.
Nella malattia del trapianto contro l’ospite in forma cronica gli effetti indesiderati più comuni di Ruxolitinib ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono trombocitopenia, anemia, neutropenia, ipertensione, cefalea, infezioni del tratto urinario, ipercolesterolemia e aumento dei livelli di enzimi epatici.
Ruxolitinib non deve essere usato nelle donne in gravidanza o in allattamento.
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Jakavi sono superiori ai rischi.
Nella mielofibrosi la riduzione dei sintomi e delle dimensioni della milza nei pazienti che assumono Ruxolitinib è clinicamente importante e comporta un miglioramento della qualità di vita.
Nella policitemia vera l’Agenzia ha ritenuto che Ruxolitinib comportasse benefici per i pazienti quando il trattamento con Idrossicarbamide non è efficace o causa effetti indesiderati inaccettabili.
Nel trattamento della malattia del trapianto contro l’ospite è stato dimostrato che Jakavi riduce i sintomi.
In termini di sicurezza, l’Agenzia ha ritenuto che gli effetti indesiderati di Jakavi possano essere gestiti in modo adeguato. ( Xagena2022 )
Fonte: EMA, 2022
Emo2022 Onco2022 Farma2022
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