Ibandronato per via iniettiva nelle donne in postmenopausa con osteoporosi


Sebbene i bifosfonati orali rappresentino un trattamento efficace per le donne in postmenopausa con osteoporosi, la somministrazione orale può non essere adatta per alcuni pazienti. Per tali pazienti, la somministrazione per via endovenosa può rappresentare un’utile alternativa.

L’Ibandronato, un bifosfonato, può essere somministrato utilizzando intervalli di tempo prolungati, sia per os sia mediante iniezione endovenosa.

L’obiettivo di uno studio è stato quello di identificare l’ottimale regime di somministrazione endovenosa per l’Ibandronato nelle donne in postmenopausa affette da osteoporosi.

In uno studio di non-inferiorità sono stati confrontati due regimi per via endovenosa di Ibandronato ( 2 mg ogni 2 mesi e 3 mg ogni 3 mesi ) con un regime di somministrazione quotidiana per os di 2.5 mg di Ibandronato.
Quest’ultimo regime aveva dimostrato in precedenza un’efficace attività antifrattura.

Allo studio hanno preso parte 1.395 donne ( 55-80 anni ) da almeno 5 anni in postmenopausa.
Tutte le donne soffrivano di osteoporosi ( T-score della densità minerale ossea per la colonna vertebrale lombare L2-L4 inferiore a –2.5 ).

Nel corso dello studio le donne hanno anche assunto Calcio ( 500 mg/die ) e Vitamina-D ( 400 UI ).

L’endpoint primario era rappresentato dal cambiamento dal basale della densità minerale ossea della colonna lombare durante 1 anno.

Dopo 12 mesi, la densità minerale ossea della colonna lombare è aumentata del 5.1% nei pazienti ( n=353 ) che avevano ricevuto 2 mg di Ibandronato ogni 2 mesi, del 4.8% tra le donne ( n=365 ) trattate con 3 mg di Ibandronato ogni 3 mesi, e del 3.8% tra le 377 pazienti che avevano assunto 2.5 mg/die di Ibandronato per bocca.

Entrambi i regimi endovenosi non solo sono risultati non-inferiori, ma hanno mostrato di essere superiori al regime per os ( p<0.001 ).
Gli aumenti della densità minerale dell’anca ( in tutti i siti ) sono risultati maggiori nei gruppi riceventi l’Ibandronato per via iniettiva rispetto ai gruppi trattati per bocca.

In tutti i bracci dello studio sono state osservate marcate riduzioni del livello sierico di CTX ( C-telopeptide del collageno di tipo 1 ).

Entrambi i regimi endovenosi sono stati ben tollerati e non hanno compromesso la funzione renale.

In conclusione, sulla base della densità minerale ossea, il trattamento con Ibandronato per via endovensa ( 2 mg ogni 2 mesi o 3 mg ogni 3 mesi ) è risultato efficace quanto il regime di 2.5 mg/die per os, che aveva dimostrato efficacia antifrattura. ( Xagena2006 )

Delmas PD et al, Arthr Rheum 2006; 54: 1838-1846


Endo2006 Farma2006 Gyne2006


Indietro

Altri articoli

Rispetto ad altri trattamenti di prima linea per l'osteoporosi, la terapia con Alendronato ( Fosamax ) ha prodotto un aumento...


La co-presenza di diabete mellito e di osteoporosi è comune nelle donne in postmenopausa. Per il trattamento dell'osteoporosi postmenopausale, le attuali...


La decisione clinica di iniziare la terapia con bifosfonati per il trattamento dell'osteoporosi richiede il bilanciamento di danni e oneri...


L'osteoporosi, un disturbo scheletrico sistemico associato a una sostanziale morbilità e mortalità, può essere particolarmente comune tra gli individui con...


Rispetto alle donne bianche con osteoporosi, è stato riscontrato che le donne asiatiche con osteoporosi hanno un rischio più elevato...


Da una ricerca è emerso che l'effetto protettivo della terapia con statine sulla salute dell'osso, che era stato dimostrato in...


Nello studio DATA ( Denosumab and Teriparatide Administration ), si è dimostrato che Denosumab ( prolia ) inibisce completamente il...



L'età avanzata è un importante fattore di rischio per le fratture ossee. Lo studio ACTIVE ( Abaloparatide Comparator Trial In...


Il trattamento con Romosozumab ( Evenity ) ha aumentato la densità minerale ( BMD ) della colonna vertebrale e dell'anca, e...