Sofosbuvir in combinazione con Peginterferone alfa-2a e Ribavirina per pazienti non-cirrotici e naive per il trattamento con infezione da HCV genotipo 1, 2 e 3
Gli inibitori della proteasi hanno migliorato il trattamento della infezione da virus dell’epatite C ( HCV ), ma il dosaggio, una bassa barriera alla resistenza, le interazioni farmacologiche e gli effetti collaterali ne riducono l’utilizzo.
E’ stata valutata la sicurezza e l’efficacia di Sofosbuvir ( Sovaldi ), un analogo nucleotidico dell’uridina, in pazienti naïve per il trattamento con infezione da HCV di genotipo 1-3.
Nello studio di fase 2 a due coorti sono stati arruolati in 22 Centri statunitensi pazienti con infezione da HCV di genotipo 1-3 naïve al trattamento ( mai trattati ).
Tutti i pazienti sono stati reclutati nel corso del 2010 ed erano eleggibili per essere inclusi nello studio se avevano un’età compresa tra 18 e 70 anni, una concentrazione di RNA di HCV uguale o superiore a 50000 UI/mL e non avevano cirrosi.
Tutit i pazienti eleggibili con HCV di genotipo 1 ( coorte A ) sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Sofosbuvir 200 mg, Sofosbuvir 400 mg o placebo in un rapporto 2:2:1 per 12 settimane in combinazione con Peginterferone ( 180 mcg a settimana ) e Ribavirina ( 1000-1200 mg al giorno ), dopo di che hanno continuato con Peginterferone e Ribavirina per altre 12 settimane o 36 settimane ( in base alla risposta virale ).
Pazienti e ricercatori non erano stati messi a conoscenza del gruppo di assegnazione fino alla settimana 12.
I pazienti con genotipi 2 o 3 ( coorte B ) hanno ricevuto in aperto Sofosbuvir 400 mg più Peginterferone e Ribavirina per 12 settimane.
Gli esiti primari erano sicurezza e tollerabilità.
Le analisi secondarie di efficacia sono state condotte per intention-to-treat e gli endpoint includevano risposta virologica sostenuta, definita come RNA di HCV a livelli non-identificabili nelle settimane 12 e 24 post-trattamento.
Nella coorte A, 122 pazienti sono stati assegnati a Sofosbuvir 200 mg ( 48 pazienti ), Sofosbuvir 400 mg ( n=48 ) o placebo ( n=26 ).
Nella coorte B sono stati arruolati 25 pazienti.
Gli eventi avversi più comuni ( fatigue, cefalea, nausea e brividi ) sono risultati in linea con quelli associati a Peginterferone e Ribavirina.
Otto pazienti hanno sospeso il trattamento a causa di eventi avversi, 2 ( 4% ) nel gruppo Sofosbuvir 200 mg, 3 ( 6% ) in quello Sofosbuvir 400 mg e 3 ( 12% ) nel gruppo placebo.
Nella coorte A, l’RNA di HCV è risultato non-misurabile alla settimana 12 post-trattamento in 43 ( 90% ) dei 48 pazienti nel gruppo Sofosbuvir 200 mg; 43 ( 91% ) dei 47 nel gruppo Sofosbuvir 400 mg e 15 ( 58% ) dei 26 nel gruppo placebo.
Nella coorte B, 23 ( 92% ) dei 25 pazienti hanno mostrato livelli non-misurabili di RNA di HCV alla settimana 12 post-trattamento.
In conclusione, queste osservazioni supportano ulteriori valutazioni, in studi di fase 2 e 3, di Sofosbuvir 400 mg più Peginterferone e Ribavirina per 12 settimane in pazienti con HCV di genotipo 1 naïve al trattamento. ( Xagena2013 )
Lawitz E et al, Lancet Infect Dis 2013; 13: 401-408
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