Vaccini: segnalazioni di sospette reazioni avverse nel periodo 2014-2015
Nel rapporto sono descritte tutte le segnalazioni a vaccini ( ATC J07 ) con data di
insorgenza nel periodo 01/01/2014 - 31/12/2015 e inserite nella RNF [ Rete Nazionale di Farmacovigilanza ] fino al 31/12/2016
( questo criterio è diverso da quello utilizzato nei rapporti OSMED nei quali le
segnalazioni a farmaci e vaccini sono selezionate sulla base di inserimento nella RNF ). Da queste sono escluse le segnalazioni della categoria ATC J07AX ( altri vaccini batterici ) e i casi di letteratura.
Alla data del 31 dicembre 2016 le segnalazioni a vaccini, con insorgenza nel 2014, sono
state 8.873 ( 18% del totale delle segnalazioni a farmaci e vaccini ) mentre le segnalazioni
relative al 2015 sono state 3.772 ( 9% del totale ).
Con queste segnalazioni devono essere considerate anche le segnalazioni a vaccini inserite nella RNF senza nome commerciale e senza indicazione precisa della ATC, 105 nel 2014 e 55 nel 2015.
A partire dal 2012 si è osservato un aumento complessivo del numero di segnalazioni, in particolare quelle relative ai farmaci.
Per i vaccini dopo un incremento del numero di segnalazioni nel 2013 e nel 2014, nel corso del 2015 si è tornati ai livelli degli anni precedenti.
Nel 2014 le segnalazioni sono state 8.873, corrispondenti a un tasso di 48.9 segnalazioni
per 100.000 dosi, mentre nel 2015 sono state 3.772, con un tasso di 18.8 per 100.000 dosi.
Nel confronto tra i due anni va tenuto presente che gli studi di farmacovigilanza attiva svolti nel 2014 hanno portato a un notevole incremento nel numero di segnalazioni giunte alla RNF in tale anno.
Infatti nel 2014, il 67% del totale delle segnalazioni proviene da progetti di farmacovigilanza attiva svolti soprattutto nelle regioni Veneto ( 4.856 segnalazioni ), Liguria ( 449 segnalazioni ) e Sicilia ( 175 segnalazioni ), mentre nel 2015 questa percentuale è stata del 12%.
Se non si considerano le segnalazioni provenienti dai progetti di farmacovigilanza attiva, il numero di segnalazioni è simile nei due anni ( 2.948 nel 2014 e 3.311 nel 2015 ), ciò nonostante permane una forte variabilità regionale, con un tasso di segnalazione del Nord superiore a quello del Centro e del Sud.
Analizzando il tipo di vaccini si nota che le segnalazioni provenienti da progetti di farmacovigilanza attiva hanno rappresentato il 44.8% del totale delle segnalazioni dei vaccini batterici nel 2014 rispetto al 4.3 nel 2015, la differenza è attribuibile prevalentemente ai vaccini pneumococcici ( 54.8% nel 2014 vs 4.8% nel 2015 ) e meningococcici ( 25.8 nel 2014 vs 4.2% nel 2015 ).
Per quanto riguarda i vaccini virali i progetti di farmacovigilanza attivi hanno avuto un impatto sul totale delle segnalazioni dell’82.3% nel 2014 e del 22.7% nel 2015.
Le differenze sono da attribuirsi principalmente a progetti su vaccini anti morbillo, parotite e rosolia con o senza la componente anti varicella, e sul vaccino anti rotavirus.
Nel 2014 e nel 2015 sono state segnalate rispettivamente 7.798 ( 87.9% ) e 3.173 ( 84.1% ) reazioni classificate come non-gravi, mentre le reazioni gravi e i decessi sono state 940 ( 10.6% ) nel 2014 e 535 ( 14.2% ) nel 2015.
Per quanto riguarda le segnalazioni di reazioni a esito fatale sono state 69 nel 2014 e 9 nel 2015.
La quasi totalità dei decessi è stata riportata per il vaccino antinfluenzale: 66 nel 2014 e 6 nel 2015.
Descrizione dei casi ad esito fatale
A) Anno 2014 - Le reazioni segnalate con esito fatale riguardano 69 casi, 67 anziani di età
compresa tra 67 e 95 anni, con età media 83 anni ( 31 di sesso maschile e 36 di sesso
femminile ) e due bambini di 2 e 3 mesi, entrambi vaccinati con esavalente e antipneumococco 13.
Dei 67 decessi nella popolazione adulta, in 1 caso il farmaco sospetto è il vaccino antipneumococco, nei restanti è un vaccino antinfluenzale.
Per ognuno dei casi fatali è stata effettuata una valutazione del nesso di causalità
utilizzando l'algoritmo del OMS con le seguenti conclusioni: 43 su 66 casi sono risultati
non-correlabili con la vaccinazione per la presenza di cause alternative che giustificano e
spiegano l’evento; in 19 casi, l’evento è inclassificabile dal momento che non sono
disponibili sufficienti informazioni; 4 casi sono stati definiti come indeterminati per
mancanza di prove definitive.
Di seguito la descrizione del caso che coinvolge un vaccino diverso dall'antinfluenzale ed i
due casi pediatrici del 2014:
Caso fatale n 1: paziente di 91 anni era affetto da scompenso cardiaco congestizio,
cardiopatia ipertensiva, fibrillazione atriale, portatore di pace-maker per blocco AV ( atrio-ventricolare ) totale; vaccinato con Prevenar 13. La causa di morte è stata aritmia extrasistolica da scompenso cardiaco, reazione che è risultata indeterminata alla valutazione del nesso di causalità.
Caso fatale n 2: si tratta di una sospetta SIDS ( sindrome della morte improvvisa del
lattante ), verificatasi in un bambino di due mesi, nato alla 30° settimana con insufficienza
respiratoria ed ittero. Per la profilassi delle apnee del pretermine è stata somministrata
Caffeina per tre settimane e Palivizumab in singola dose per la prevenzione dell'infezione
da virus respiratorio sinciziale. Il decesso è avvenuto circa sei ore dopo la
somministrazione della prima dose di Infanrix Hexa e di Prevenar 13. La scheda di
segnalazione di sospetta reazione avversa è stata successivamente aggiornata con il
referto dell’accertamento medico-legale ( riscontro diagnostico autoptico ) che ha
evidenziato una enterite emorragica e una anemia acuta poliviscerale con riscontro di
rotavirus nelle feci per cui non risulta essere stato vaccinato. È stata disposta la
valutazione ad hoc con protocollo specifico per la SIDS/SUD da parte del Gruppo Regionale dei Patologi referenti per i casi di morte improvvisa nei bambini 0-2 anni che
concludevano per assenza di nesso causale con la recente vaccinazione.
Caso fatale n 3: si tratta di una sospetta SIDS in un bambina prematura di 34 settimane
vaccinata con Infanrix Hexa e Prevenar 13. Il caso si è verificato nel 2014 ma la
segnalazione è stata ricevuta nel 2016. La morte in ospedale non è stata ritenuta correlata
alla vaccinazione quindi il caso non è stato segnalato nel 2014 e la segnalazione è stata
fatta successivamente dalla Ditta. Il decesso è avvenuto una settimana dopo la
vaccinazione. Nella scheda di segnalazione è riportato: arresto cardiocircolatorio da
sospetta verosimile SIDS ma non è stato possibile reperire ulteriori informazioni. La SIDS,
conosciuta anche come morte in culla, è una delle più frequenti cause di morte nel primo
anno di vita con un’incidenza stimata di un caso ogni 700/1000 bambini nati vivi. Diversi
studi condotti negli anni scorsi hanno dimostrato che non esiste alcuna relazione causale
tra l’esposizione ai vaccini e la SIDS e che l’incidenza della SIDS è la stessa sia in presenza che in assenza di vaccinazione. Il fatto che una SIDS si possa verificare a breve distanza dalla vaccinazione non implica quindi alcun rapporto di causa effetto.
Sul tema, negli anni scorsi, sono stati pubblicati due ampi studi condotti rispettivamente in
Italia ( studio Hera ) e in Germania ( studio Token ). Lo studio Hera ha valutato il rischio di
morte improvvisa dopo vaccinazione nei bambini nati dal 1999 al 2004 ( circa 3 milioni di
bambini ) e non ha riscontrato una possibile relazione causale tra i vaccini somministrati e
l’insorgenza di morti improvvise.
B) Anno 2015 - Sono stati segnalati 9 casi ad esito fatale, 6 adulti ( in tutti i casi il vaccino sospetto è un antinfluenzale ) tra 77 e 92 anni e tre bambini ( 2 mesi, 2 mesi e 13 anni ). Nel 2015 il numero di decessi in seguito a vaccinazione antinfluenzale si è
drasticamente ridotto rispetto alla stagione 2014/2015, tornando come ordine di
grandezza alle stagioni precedenti: sono state segnalate 6 sospette reazioni avverse con
esito fatale dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale, in 5 di questi casi il nesso di
causalità non supporta una relazione di causa effetto ( non-correlabile ) ed un caso è
indeterminato per mancanza di prove definitive.
Di seguito la descrizione dei tre casi pediatrici del 2015:
Caso fatale n 1: decesso di un ragazzo di 13 anni per sepsi da meningococco C in soggetto vaccinato otto anni prima con vaccino singolo antimeningocco C. La protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di questa tipologia di vaccino, secondo quanto riportano i dati di letteratura scientifica, può determinare una riduzione a 3-5 anni del titolo anticorpale battericida; gli studi pubblicati finora hanno preso in considerazione una durata massima di follow up di 5 anni. Di conseguenza, non si può parlare propriamente di fallimento vaccinale.
Caso fatale n 2: neonato di 11 settimane vaccinato con Bexsero otto giorni prima. Al
momento del ricovero il paziente si presentava in condizioni cliniche generali scadenti. Un
campione di sangue ha consentito di accertare una setticemia da Neisseria Meningitis
sierogruppo B. Il decesso del neonato si è verificato per le conseguenze della setticemia.
La segnalazione presenta le caratteristiche di un evento correlato solo dal punto di vista
cronologico. Il vaccino in questione, per le modalità di produzione ( tecnica di reverse
vaccinology ) non contiene né il batterio vivo né il batterio ucciso. Il periodo di incubazione
del meningococco B ( da 2 a 10 giorni ) giustificherebbe una infezione precedente alla
vaccinazione che comunque è stata effettuata con un intervallo troppo breve per aver
determinato la risposta immunitaria. Pertanto, attraverso l'applicazione dell'algoritmo
dell'OMS per il causality assessment, la relazione causale tra la vaccinazione e decesso è
da considerare non correlabile e la patologia insorta è attribuibile a pregressa infezione e
non a fallimento vaccinale.
Caso fatale n 3: neonato di 11 settimane, nato pretermine a 33 settimane, con sequestro
polmonare e malformazione già diagnosticata in utero tramite ecografia con stenosi
aortica dalla nascita, ipertrofia e sovraccarico ventricolare sinistro. Vaccinato con Infanrix
Hexa, Prevenar 13 e Rotarix, in quanto soggetto ad alto rischio, dopo 9 giorni dalla
vaccinazione insorgeva dispnea grave, con frequenza cardiaca di 220 bpm, e si verificava il decesso dopo 7 ore dal ricovero. Attraverso l'applicazione dell'algoritmo dell'OMS, il
decesso è da considerarsi non correlabile alla vaccinazione per presenza di altre cause
note. ( Xagena2017 )
Fonte: Agenzia del Farmaco - AIFA, 2017
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