Predittori del rischio di fratture nei pazienti con lupus eritematoso sistemico
La perdita ossea nel lupus eritematoso sistemico è multifattoriale. Studi recenti hanno dimostrato che i corticosteroidi, le precedenti fratture e l'aumento dell'età riducono la densità minerale ossea.
L'effetto dell'indice di massa corporea ( BMI ) e della massa grassa ( FMI ) sono meno caratterizzati.
Si è cercato di determinare i fattori di rischio di frattura nei pazienti sottoposti a scansione per assorbimetria a raggi X a doppia energia nel periodo 2004-2015.
Sono stati registrati i parametri di assorbimetria a raggi X a doppia energia standard, più diagnosi di artrite reumatoide, abitudine al fumo, consumo di alcol, storia familiare di fratture, storia di un'operazione secondaria e impiego di corticosteroidi.
Sono stati inclusi 150 pazienti ( 141 donne, 9 uomini ) con lupus eritematoso sistemico; 52 ( 34.6% ) avevano subito almeno una frattura.
Il rischio di fratture è aumentato con l'aumento dell'età, dell'indice di massa corporea, della massa grassa e dello spessore medio del tessuto, e la diminuzione della massa magra ( adattata per uso di steroidi ), come con il fumo e l'artrite reumatoide.
L'aumento della densità minerale ossea femorale e vertebrale ha ridotto il rischio di fratture.
In conclusione, lo studio ha indicato che l'aumento dell'età, dell’indice di massa corporea, della massa grassa, fumo e/o artrite reumatoide aumentano il rischio di fratture nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico.
Questa è la prima dimostrazione di una correlazione tra aumento della massa grassa, aggiustato per uso di steroidi e rischio di fratture, negli adulti, potenzialmente indicante un effetto differenziale del grasso sul metabolismo osseo e riduzione della massa magra. ( Xagena2018 )
Dey M, Bukhari M, Lupus 2018; 27: 1547-1551
Reuma2018 Endo2018
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