L’uso corrente dei farmaci antinfiammatori è associato ad un rischio di primo infarto miocardico
Uno studio, coordinato da Ricercatori dell’Turku University, in Finlandia, ha valutato il rischio di infarto miocardico associato all’impiego di vari farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) nella popolazione generale.
Lo studio caso-controllo è stato compiuto analizzando i dati dell’Hospital Discharge Register.
Sono stati individuati 33.309 persone con un primo infarto miocardico.
Questi pazienti sono stati confrontati con 138.949 soggetti selezionati dal Population Registry ( gruppo controllo ).
L’odds ratio ( OR ) aggiustato per il rischio di primo infarto miocardico con l’uso corrente di farmaci antinfiammatori è risultato pari a 1.40.
Il rischio era simile per i FANS convenzionali ( 1.34 ), per quelli semi-selettivi [ Etodolac ( Lodine ), Nabumetone ( Artaxan ), Nimesulide ( Aulin ), Meloxicam ( Mobic ) ] ( 1.50 ), e per gli inibitori selettivi COX-2 [ Rofecoxib ( Vioxx ), Celecoxib ( Celebrex ), Valdicoxib ( Bextra ), Etoricoxib ( Arcoxia ) ] ( 1.31 ).
L’età dei pazienti che hanno fatto uso corrente dei farmaci antinfiammatori non ha modificato in modo consistente il rischio.
Nessun farmaco antinfiammatorio è risultato associato ad effetto protettivo nei riguardi dell’infarto miocardico.
Tutti i trattamenti della durata di 1-180 giorni dei farmaci antinfiammatori convenzionali e della durata di 31-90 giorni degli inibitori selettivi COX-2 sono risultati associati ad un alto rischio di infarto miocardico. ( Xagena2006 )
Helin-Salmivaara A et al, Eur Heart J 2006; 27: 1657-1663
Cardio2006 Reuma2006 Farma2006
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